23 maggio 2024, ore 13:15 , agg. alle 14:51

Faceva caldo quel giorno ma non c’era il sole nei cieli di Palermo.

Era il 23 maggio 1992, una data che di lì a poco si sarebbe fermata nel tempo, per rimanere incastonata nelle pagine della nostra memoria. Un aereo decolla da Roma Ciampino per atterrare poco dopo a Punta Raisi, quell'aeroporto di Palermo che oggi porta il nome di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due bandiere che ancora sventolano in nome della legalità e della lotta alla mafia. Quel 23 maggio sono quasi le 18 quando magistrato si sistema alla guida della Fiat Croma bianca con accanto la moglie Francesca Morvillo, mentre l'autista giudiziario Giuseppe Costanza si posiziona sul sedile posteriore. Nella Croma marrone invece alla guida c’è Vito Schifani, con accanto l'agente scelto Antonio Montinaro. Sul retro Rocco Dicillo, mentre nella Croma azzurra ci sono Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Le tre auto partono verso il loro destino. Arrivati allo svincolo dell'Autostrada A29, quello tra Palermo e Capaci, si scatena l’inferno. 500 chili di tritolo fanno saltare in aria tutto, lasciando un enorme cratere sulla strada. L' auto di Falcone si schianta contro il muro di detriti che si alza in aria. L’ultima auto riceve pezzi di cemento e di terra, ma gli agenti riescono a sopravvivere. Il giudice Falcone invece no, così come la moglie e gli altri uomini. 

23 maggio 1992, Giovanni Falcone: un simbolo della lotta alla mafia
PHOTO CREDIT: agenziafotogramma.it

LE PAROLE DI MATTARELLA

“Come sostenevano Falcone e Borsellino, la Repubblica ha dimostrato che la mafia può essere sconfitta ed è destinata a finire. L’impegno nel combatterla non viene mai meno I tentativi di inquinare la società civile e intimidire gli operatori economici sono sempre in agguato La Giornata della legalità vuole essere segno di una responsabilità comune”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “L’eredità di Falcone e Borsellino è patrimonio vivo della comunità nazionale. Portarne avanti l’opera vuol dire lavorare per una società migliore“ ha poi concluso il capo dello stato.


PER NON DIMENTICARE

Dal 2002, la giornata del 23 maggio si è trasformata nel giorno in cui celebrare la legalità in tutta Italia, soprattutto a Palermo, con iniziative ed eventi volti a rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata e soprattutto rivolti alle giovani generazioni che, attraverso le scuole, possono accrescere la consapevolezza nelle idee nate con Falcone e Borsellino. “La memoria di Giovanni cammina sempre più veloce” ha detto oggi la sorella del magistrato Maria Falcone.


FALCONE NELLA CULTURA POPOLARE 

Da oltre 30 anni sulla Strage di Capaci e sulla figura di Giovanni Falcone vengono prodotti un'infinità di film e di libri, oltre che mostre e spettacoli teatrali. Tra i volumi più interessanti, soprattutto per i giovani ragazzi che vogliono approcciarsi all'argomento c'è sicuramente il libro di Luigi Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni - Da un padre a un figlio il racconto della vita di Giovanni Falcone”

Narra la storia di un bambino di Palermo chiamato proprio Giovanni. Per il suo decimo compleanno, il papà gli regala una gita attraverso la città, per spiegargli come mai, di tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto proprio quello.Tappa dopo tappa, nel racconto prendono vita i momenti chiave della storia del magistrato Falcone, il suo impegno, le vittorie e le sconfitte, l'epilogo. Giovanni scopre che il papà non parla di cose astratte: la mafia c'è anche a scuola, la mafia è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi.

Sul versante cinematografico, non si può non segnalare l'opera prima di PIF “La mafia uccide solo d'estate” del 2013.