Con l’arrivo del sabato si rinnova quello che da ormai qualche settimana è diventato su queste pagine un appuntamento fisso con il mondo dei libri. È in questo preciso frangente che andiamo infatti a dare uno sguardo agli scaffali delle librerie, alla scoperta delle pubblicazioni più interessanti degli ultimi tempi dedicate a un pubblico che non ha età. Storie fruibili tanto dai più grandi quando dai più piccoli, in grado di far viaggiare la mente e di tenere incollati alle pagine con narrazioni magnetiche e dal fascino irrinunciabile.
Qualcosa che nelle scorse settimane ci ha permesso di saperne di più di titoli come “Two twisted crowns” e “Il grande libro dei mondiali di calcio”, o ancora di “Anime fragili” e al “Decamerone in italiano contemporaneo”.
Oggi la lente d’ingrandimento di sposta su due racconti che hanno catturato l’attenzione e che si prestano in ottimamente come letture adatte a un pubblico senza età. Parliamo di:
- “This book kills” di Ravena Guron (Rizzoli)
- “I’ll stop the world” di Lauren Thoman (Giunti)
THIS BOOK KILLS, RACCONTI CHE ISPIRANO PERICOLOSAMENTE
L’anno scolastico si è appena concluso, con gli studenti che si stanno finalmente godendo le meritate vacanze estive. Con il primo dei libri di questa settimana ci confrontiamo con una storia che riporta i lettori proprio tra i banchi di scuola. Sia chi la scuola l’ha salutata solo da pochi giorni o chi magari ha varcato la soglia del proprio istituto ormai diversi anni fa.
In “This book kills” di Ravena Guron, pubblicato da Rizzoli, ci si muove all’interno di una scuola superiore di primissimo ordine, visto il parterre d’elite che la frequenta. Ma è un istituto non per questo esente da potenziali difetti, come dimostra l’incipit tutt’altro che morbido. Hugh Henry Van Boren, tra i più ricchi e popolari dell’intero plesso, viene ritrovato senza vita. Una scoperta che ovviamente spinge tutti a domandarsi su chi possa aver compiuto un gesto tanto efferato. Una figura misteriosa che forse, in fin dei conti, potrebbe aver agito in tal modo per spirito di emulazione.
Jess Choudhary ha una borsa di studio e frequenta il penultimo anno. Non è proprio la definizione di popolarità, vista la poca attitudine a fare rete sociale e prevalentemente a volare fuori dai radar. Qualcosa finisce però per proiettarla violentemente al centro delle attenzioni quando, il giorno dopo il delitto, le arriva un biglietto anonimo che la ringrazia per l’ispirazione nell’omicidio. Hugh ha infatti fatto la stessa fine di un personaggio dei suoi racconti.
Una storia che, come ci si potrebbe aspettare dopo premesse simili, viaggia su ritmi sincopati dove gli sforzi della protagonista – e di lettori e lettrici – sarà votato all’individuazione di chi si cela dietro quell’anonimato. Anche perché la posta in gioco risulta essere parecchio alta.