Scienza, arte e tecnologia. Sono queste le direttrici da cui parte la tradizione della Pixar.
Dal 1995, il celebre studio d'animazione, è sempre stato un vero e proprio brand, capace di attrarre un gruppo di fedelissimi. Il marchio, rappresentato dalla lampada Luxo che saltella sulla I della parola Pixar, è diventato sinonimo di qualità e successo, andando a superare la fama dei film stessi. Come ha sintetizzato perfettamente Mario Sesti, “non si va a vedere solo Gli incredibili o Ratatouille, si va a vedere un film della Pixar”. Non a caso, lo studio fondato da John Lasseter, si è guadagnato l’appellativo di “Disney del terzo millennio” in quanto è riuscito a rifondare il linguaggio cinematografico, cambiando la storia del cinema e inaugurando la stagione della CGI (computer-generated imagery).
GLI ALIENI PACIFISTI DI ELIO
Ieri è arrivato nelle sale italiane “Elio”, il nuovo cartoon originale sfornato dalla stessa scuderia che lo scorso anno irruppe sul grande schermo con “Inside Out 2”, generando un incasso di 1,6 miliardi di dollari.
Il nuovo titolo racconta la storia di un bambino di undici anni di nome Elio, che ha un carattere artistico, creativo e sognatore, ma ha difficoltà a integrarsi con gli altri e spesso si rifugia nel proprio mondo immaginario. Grande appassionato dello spazio, è affascinato dagli alieni e desidera più di ogni altra cosa essere rapito da loro. Sua zia Olga, impegnata nella direzione di un progetto militare top-secret, si trova ben presto a decodificare uno strano segnale giunto dallo spazio. La donna, però, non immagina che dietro quel messaggio ci sia proprio suo figlio.
Elio, infatti, è stato teletrasportato nello spazio ed è finito nel Comuniverso, un'enorme organizzazione interplanetaria con rappresentanti di galassie lontane. Scambiato per errore per un ambasciatore ufficiale della Terra, Elio si ritrova coinvolto in un'impresa epica: dovrà stringere legami con eccentriche forme di vita aliene, superare prove sorprendenti e gestire una crisi di proporzioni galattiche.