Anastasio a Radio Zeta: “MieleMedicina, l’album del cambiamento”

“Ascolto, studio e scopro cose nuove e sviluppo in continuazione musica innovativa”, racconta in radiovisione il cantante. Ad aprile sono attesi i suoi live.

Anastasio, dall’ultima volta, è cambiato tanto. Ha lavorato su se stesso e non solo. La sua musica è cambiata o, meglio, si è trasformata. La scrittura è meno arrabbiata, più consapevole. Da “Rossa di Rabbia” a “Assurdo” il cambiamento è percepibile dalle prime note e anche dal sound.

Il suo nuovo album si chiama “MieleMedicina”, l’album della maturità. Abbiamo l’opportunità di parlarne insieme a lui. Anastasio si racconta ai microfoni di Collettivo Zeta con Simone Palmieri e Diego Zappone

Ciao Anastasio, come stai? Che bella rivoluzione!

“Tutto bene ragazzi. Grande periodo di cambiamento, ma è stato naturale. Ascolto, studio e scopro cose nuove e sviluppo in continuazione musica innovativa. È uscito il disco “MieleMedicina” dopo 3 anni che ero fermo, e dai quali ho appreso tanto!”

Perché questo titolo?

“Arriva dal latino e da Lucrezio, ma in realtà è riuscire a prendere la medicina, quello che a volte non piace ma che ci cura, con il miele quindi con qualcosa di dolce. Il classico metodo della nonna. È partito tutto da “Assurdo”, dove mi spoglio e racconto di me. Dei miei dolori, sofferenze e tanto altro. Da li ho trovato anche il titolo per l’album”

In “Assurdo”, cosa ti fa stare così male?

“Soprattutto la solitudine. Il pezzo racconta della solitudine, figlia della pandemia, ma non arriva solamente da quel periodo. Poi ci sono altri dolori immensi, che sono dolori assurdi. Racchiude uno stato d’animo con un sound malinconico quasi”

Con il sound come avete lavorato?

“Ho girato tanto per registrare l’album e deriva da tanti miei ascolti vari. Il sound è più vicino al cantautorato rispetto ai dischi precedenti. Come dicevo prima, è stata la mia evoluzione perché si cresce e perché non voglio mai ripetermi”

Il potere della parola, ne parli nella canzone “Babele”, perché?

“Perché purtroppo la parola ultimamente è trattata male. Si è modificato il potere e l’uso della parola e forse si è persa quella capacità che avevano i latini e non solo. È una bolla che prima o poi esploderà perché non possiamo più vivere così. Colpa anche della comunicazione di oggi e dei social!”

I live?

“Sono pronto e ad aprile si parte. L’ultimo live quasi due anni e mezzo fa. Ho 3 album all’attivo e quasi 3 ore di musica. Vi aspetto a voi di Zeta”

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