In attesa di Call of Duty Vanguard e Battlefield 2042, gli sparatutto abbracciano Far Cry 6

Il nuovo capitolo della serie Ubisoft arriva con qualche settimana di anticipo rispetto agli altri due FPS, interpretando il genere alla sua maniera

L'approssimarsi dei mesi invernali è quasi sempre un momento bollente per il mondo dei videogiochi, soprattutto per quelli appartenenti al genere degli FPS (First Person Shooter), gli sparatutto. È infatti nei mesi di ottobre e novembre – non chiedeteci il perché – che le case di produzione scelgono di piazzare sugli scaffali i propri prodotti. La sfida eterna, manco a dirlo, è quella tra Call of Duty e Battlefield, e quest'anno torna a infiammare rispettivamente con Call of Duty Vanguard e Battlefield 2042. Due diversi modi di intendere il genere degli sparatutto che è riuscito, nel corso degli anni, a creare due diverse community assai affiatate.

È però ancora relativamente presto per poter determinare chi tra i due sarà il re del genere, e potrà ambire a diventare magari pure re delle vendite in vista del Natale. Anche se, complice le versioni beta date in pasto ai fan per provare l'effettiva funzionalità delle nuove feature, si ha già avuto modo di avere un primo assaggio in vista della portata principale.

Nell'attesa però che Call of Duty e Battlefield infiammino la scena, il mondo dei videogiochi accoglie tra le proprie fila un'altra serie sparatutto che nel corso del tempo ha saputo farsi apprezzare. Questo grazie soprattutto alla sua capacità di distaccarsi dai canoni del genere, pur mantenendosi sempre fedele a se stessa. Parliamo di Far Cry 6, che ancora una volta è in grado di sorprendere.


Il fascino del single player

Per il salto sulla nuova generazione, Ubisoft ha scelto di non cambiare le regole del gioco. Anche se, come di consueto, cambia lo scenario che fa da sfondo alle vicende. Questa volta i giocatori saranno a Yara, un'isola caraibica che deve sottostare al governo dittatoriale di “El Presidente” Anton Castillo. Il ruolo degli utenti sarà quello di vestire i panni dei paladini della libertà, in un'avventura dal sapore come sempre particolare.

La differenza dai canoni del genere sparatutto la si riscontra nella libertà d'azione concessa ai giocatori, che potranno scegliere la strada da intraprendere. Lo stile free roaming, la libertà di girovagare tipica di GTA, permette infatti di approcciare alle missioni in assoluta autonomia, a differenza dello stile lineare degli altri videogiochi FPS, che procedono quasi su “binari”. Consapevoli dei propri limiti però, consci della progressione costante e continua garantita dall'accumulo di esperienza che sbloccherà man mano nuove abilità.

È senza dubbio una ventata d'aria fresca, che va anche contro tendenza, puntando fortemente sul comparto per giocatore singolo. Nella stragrande maggioranza di giochi del genere sparatutto la scelta è di dare grande risalto al multiplayer online, relegando la campagna single player al ruolo quasi di tutorial utile ad apprendere le abilità, con trame molte volte dal sapore insipido. Qui il coinvolgimento è il piatto forte: difficile non empatizzare con chi prova a ridonare splendore ai propri luoghi del cuore.

Un antipastino mica male in vista della portata principale per i generi FPS, che arriverà nel mese di novembre, e che noi non mancheremo di provare a raccontarvi.

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