Capcom Fighting Collection 2, il ritorno dei classici di fine anni ’90
Grandi titoli che hanno segnato l’epoca d’oro del genere dei picchiaduro in un’antologia imperdibile per appassionati di lungo corso e giovanissimi
Quello che investe il mondo dei videogiochi è un progresso continuo e costante, un’evoluzione esponenziale che cresce di pari passo alle tecnologie a disposizione degli sviluppatori. È innegabile quanto possano apparire “fuori di testa” le ultime iterazioni di grandi franchise storici, soprattutto per chi approccia al mondo dei videogiochi in tempi moderni. Le riproduzioni digitali di personaggi mostrano tratti fortemente fotorealistici, che nulla hanno a che vedere con i loro primi passaggi sulle console e sugli schermi di qualche decennio fa.
Ma è giusto che anche le nuove generazioni di videogiocatori conoscano i capisaldi che hanno dato il via a tutto quello che si vede oggi sugli scaffali. Per quanto il tempo mostri le inevitabili “rughe”, per quanto “liftate”. Ed ecco perché raccolte antologiche come la Capcom Fighting Collection 2 non solo sono utilissime, ma indispensabili. Da un lato per fornire ai giocatori di primo pelo di fare la conoscenza con perle perdute tra le pieghe del tempo, difficilmente giocabili altrimenti (a meno di non recuperare anche le piattaforme su cui uscirono originariamente). Dall’altro per tutti quei nostalgici con qualche anno in più sulle spalle che, nonostante l’arricchimento estetico dei modelli poligonali di ultima generazione, non riescono a prescindere da quei giochi che ne hanno segnato interi pomeriggi. Che fosse in run solitarie o in compagnia di amici.
CAPCOM FIGHTING COLLECTION 2, UN’ANTOLOGIA DI OTTO GIOCHI
Quello che è subito giusto sottolineare è che la Capcom Fighting Collection 2 risulta essere un’antologia di titoli picchiaduro che arrivano dallo stesso periodo storico. Tra questi troviamo:
- Capcom vs. SNK: Millennium Fight 2000 Pro (2000)
- Capcom vs. SNK 2: Mark of the Millennium 2001 (2001)
- Power Stone (1999)
- Power Stone 2 (2000)
- Project Justice (2000)
- Capcom Fighting Evolution (2004)
- Street Fighter Alpha 3 (1998)
- Plasma Sword: Nightmare of Bilstein (1998)
È sicuramente interessante, per le nuove generazioni, vedere come il genere dei picchiaduro ebbe negli anni ’90 – soprattutto sul finale – un fortissimo exploit. Merito sicuramente delle sale giochi, che con i loro monolitici cabinati permettevano stuzzicanti sfide in presenza, gettone dopo gettone. L’approdo nei salotti di casa delle console – principalmente Dreamcast e Playstation, negli anni novanta – non fece altro che spostare la geolocalizzazione dei gruppetti di amici, mantenendo intatto il fascino dei combattimenti digitali.

LEZIONI DI STORIA DEL PICCHIADURO
Furono anni particolarmente roventi quelli che videro protagonista Capcom, che tutt’oggi rappresenta un inamovibile punto di riferimento per i fighting game con il suo Street Fighter. Tra il 1998 e il 2004, come dimostra il pacchetto di otto titoli inclusi nella Capcom Fighting Collection 2, ci fu un fermento mica male per gli appassionati, con videogiochi che spaziano in tante direzioni artistiche differenti e che, proprio per questo, meritano di essere recuperati, provati e digeriti.
Un modo di interpretare il genere dei picchiaduro in maniera sempre diversa, aggiungendo caratteristiche che hanno reso unico ogni singolo gioco (o franchise). E che quindi richiedono agli utenti grande attenzione nell’imparare i diversi pattern di comandi che permettono al personaggio controllato di raggiungere l’ambita vittoria.
Ovviamente parliamo di videogiochi che tornano sugli schermi a distanza di un quarto di secolo o più. E quindi, nonostante il grande impegno profuso dagli sviluppatori in fase di “restauro” sempre con la logica del rispetto totale dell’opera originale, è necessario accettare compromessi tecnici per poterne godere del fascino.
Così come a scuola si studia la storia, possiamo dire che con la Capcom Fighting Collection 2 si studi la storia del genere picchiaduro, attingendo ad alcuni dei capisaldi del genere. Perle altrimenti inarrivabili che tornano a portata di mano grazie a un’antologia che offre una coccola ai nostalgici e stuzzica i più giovani.