18 marzo 2024, ore 09:40 , agg. alle 14:26

Il 2024 sarà l'anno dei numeri due. Si è aperto infatti con la seconda parte di "Dune" (che sta facendo numeri importanti al botteghino) e si chiuderà con il sequel de "Il Gladiatore". Nel mezzo avremo anche "Inside Out 2", "Joker 2", "Oceania 2" e una vagonata di film derivativi come "Godzilla e Kong", "Kung fu panda 4", un nuovo "Ghostbuster", "Deadpool 3" e altri titoli provenienti da qualche universo condiviso o franchise. Gli Studios hollywoodiani hanno scelto di puntare sull'usato sicuro, scommettendo su prodotti facili da vedere e di facile presa sul pubblico. Come dargli torto, d'altronde è indubbio che questi film vadano meglio. La parte alta della classifica degli incassi più alti della storia del cinema vede primeggiare tutti prodotti non originali. Delle prime 15 posizioni, soltanto 3 titoli sono originali. Anche "Barbie" e "Super Mario", i due migliori risultati al botteghino del 2023, sono comunque prodotti derivati da brand preesistenti e forti abbastanza da acchiappare pubblico.

Ma stando a una ricerca condotta in USA, la Gen Z non sembra essere d'accordo. 


I RISULTATI DEL SONDAGGIO

Tra dicembre e gennaio, Tubi, la piattaforma streaming (secondo quanto riportato da Indiewire), ha condotto un sondaggio coinvolgendo oltre 2500 adulti negli Stati Uniti. I risultati indicano che il 74% dei millennial e della Gen Z preferisce visionare contenuti originali piuttosto che franchise o remake. Un documento white paper ottenuto dalla fonte afferma: "Gli spettatori sono sempre più inclini verso idee fresche e innovative che vanno oltre le rivisitazioni di storie preesistenti". Inoltre, il 71% dei più giovani manifesta il desiderio di consumare contenuti prodotti da "autori indipendenti e piccoli", con l'obiettivo di sentirsi parte del sostegno diretto verso di essi attraverso la visione di film o spettacoli. Una percentuale simile apprezza la diversità e l'inclusività tra i creatori dei contenuti offerti dai servizi di streaming, mentre l'89% auspica una vasta libreria che spazia dalle storie true-crime ai classici di Hollywood. Nello stesso tempo il 96% degli intervistati sottolinea il proprio interesse nel guardare i prodotti nostalgici di alta qualità tramite le piattaforme di streaming. Esemplificazioni di questo fenomeno includono il perpetuo successo di serie come “The Office o “Friends”, così come la recente "riscoperta" di titoli come Suits su Netflix. Fa riflettere il dato per cui il 99% delle famiglie medie americane è abbonata ad almeno uno streamer, spendendo in media 119,76 dollari al mese per un mix di servizi di streaming e pacchetti TV. Il sondaggio sostiene anche l'utilità dei servizi supportati da pubblicità: due terzi degli intervistati utilizzano regolarmente almeno uno streamer supportato inserzioni pubblicitarie e la maggioranza preferirebbe avere un proprio account gratuito piuttosto che condividerne uno a pagamento con qualcun altro.


Il sondaggio di Tubi è stato condotto tra il 22 dicembre 2023 e il 5 gennaio 2024 tra 2.503 adulti di età superiore ai 18 anni negli Stati Uniti che guardano video in streaming almeno un'ora a settimana. Sarebbe interessante capire se le opinioni statunitensi sposino anche quelle europee o se invece una medesima ricerca condotta qui da noi si dirami in altre direzioni.


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