“Cringe” diventa ufficialmente una parola italiana, arriva l'ok dall’Accademia della crusca

"Cringe", uno dei termini più utilizzati dalla generazione Zeta, diventa a tutti gli effetti una parola italiana così la si potrà utilizzare anche a scuola!

La parola “Cringe” è stata ufficialmente riconosciuta dall’Accademia della crusca (l’istituzione italiana che raccoglie gli studiosi e gli esperti di linguistica e filologia). Questo significa che potremo utilizzarla tranquillamente in qualsiasi contesto, anche a scuola! 


Cosa significa “Cringe”?

Il termine “Cringe”, si può utilizzare sia per esprimere una sensazione di imbarazzo o quando si suscita imbarazzo, sia come sinonimo di 'imbarazzante' per descrivere dei comportamenti che suscitano disagio.

Cringederiva dall’inglese To cringe che significa tra le altre cose “umiliarsi, rabbrividire, rannicchiarsi, indietreggiare dal disgusto”.

Dalla parola derivano anche il superlativo assoluto cringissimo, il verbo cringiare e il femminile cringiata.


Come si pronuncia la parola “Cringe”?

Cringesi pronuncia letteralmente cring, con la “g” finale che suona come quella delle parole sponge o lounge o challenge, e quindi dolce e non dura.

Ecco due esempi su come utilizzare la parola cringe:

C’è del “cringe” in questa situazione (mi sento a disagio); “Cringe!” (come semplice esclamazione finale dopo aver visto qualcosa di imbarazzante).


Cringe” sul sito dell’Accademia della Crusca 

Ecco cosa si legge sul sito dell’Accademia della Crusca:

Cringe

Ambito d'uso: giovani, rete, social media,

Ambito d'origine: rete, social media,

Definizione

Agg. imbarazzante, detto di scene e comportamenti altrui che suscitano imbarazzo e disagio in chi le osserva.

Sost. 1. ‘la sensazione stessa di imbarazzo; 2. il fenomeno del suscitare imbarazzo e, in particolare, le scene, le immagini, i comportamenti che causano tale sensazione.


La nascita della parola

Il termine “Cringe” ha cominciato ad affermarsi in Italia nel 2012 su Twitter:

“E a me sembra di essere ad un appuntamento con mio fratello […] brrrrr #cringe“.

Già nel 2011, però, (in riferimento al genere cinematografico americano “cringe comedy”) durante un’intervista, il regista Alessandro Genovesi presentava così il suo film “La peggior settimana della mia vita”:

"Gli americani catalogherebbero il tipo di commedia che ho scelto nel filone cringe che letteralmente significa accucciarsi e sta ad indicare una comicità 'imbarazzante', tutta drammaturgicamente incentrata e messa in scena su gag a ripetizione che portano avanti la storia".

A partire da quell’anno si trovano poi alcune attestazioni in italiano di “cringe comedy” inteso come genere cinematografico che si basano su una tipologia di umorismo che fa ridere gli spettatori di cose parecchio imbarazzanti. Ma le prime attestazioni del termine “cringe” col significato di ‘imbarazzante’, si possono rintracciare ufficialmente a partire dal 2012.

Successivamente, in particolare tra il 2015 e il 2016, sono diventati virali sul web diversi video intitolati “Try not to cringe”: consistevano in raccolte di filmati che immortalavano situazioni imbarazzanti o assurde e che generarono una serie di challenge dal titolo “prova a non cringiare”, che invitavano gli sfidanti a non provare disagio o imbarazzo nel guardare determinati video. La parola cringe è ad oggi super diffusa in rete, sui social network (su TikTok è stata usata oltre 6,1 miliardi di volte nei video pubblicati di tutto il mondo) e sulle piattaforme di streaming e video come YouTube e Twitch ed è utilizzata sia come sostantivo che come aggettivo.


E voi? Avete mai utilizzato la parola “Cringe”?

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