Dietro il brillio delle stelle, una storia di crescita e cambiamento: un focus sul graphic novel con il team creativo
Con Francesca Caizzi e Filippo Paris, il team alle spalle del progetto, approfondiamo i retroscena relativi al graphic novel arrivato di recente sugli scaffali
Le storie a fumetti hanno un grande potere, quello di racchiudere al loro interno racconti anche legati a temi di stretta attualità. Argomenti spesso spinosi da trattare o comunque difficili da veicolare, ma che riescono così a raggiungere una platea di lettori altrimenti molto difficile da coinvolgere. Ovviamente nulla accade per caso, e sono diversi gli tanti elementi da tenere sotto controllo in fase creativa.
Si può quindi dire che quello del medium fumetto sia un compito dalle sfumature molto diverse tra loro. Perché sì, senza dubbio c’è quello legato all’intrattenimento, ma non è da sottovalutare la capacità di sensibilizzare a tematiche di cui si discute forse fin troppo poco.
L’ultima citata è una delle magie che avvengono all’interno di “Dietro il brillio delle stelle”, il graphic novel di Francesca Caizzi e Filippo Paris, edito da Tunuè, approdato recentemente sugli scaffali. E proprio con loro abbiamo fatto quattro chiacchiere per saperne di più.
DIETRO IL BRILLIO DELLE STELLE, UNA STORIA CHE PARLA AL CUORE DEI LETTORI DI OGNI ETÀ
Ciao Francesca, lascio a te la parola per le introduzioni: cosa troviamo in "Dietro il brillio delle stelle?
“Ciao Dario, grazie per la domanda. In "Dietro il brillio delle stelle" prima di tutto troviamo una profonda storia d'amore, ma anche un percorso di crescita, dalla preadolescenza all'età adulta.
E poi troviamo Napoli, che non fa solo da sfondo alle vicende, ma è vivida e presente in ogni momento della vita di Gaia e Martino. "Dietro il brillio delle stelle" è una storia che affronta il tema dell'identità e della consapevolezza di sè, ma c'è molto di più: da un lato c'è l'amore, ma poi ci sono anche gli amici e le scelte fatte, seppur costellate da errori. È una storia complessa che forse toccherà corde differenti in ognuno dei lettori. A qualcuno tornerà in mente l'infanzia, a qualcun altro un amore perduto, ma ciò che più conta sono le emozioni... e in questa storia ce ne sono tante. E con le magnifiche tavole di Filippo credo che siamo riusciti a creare un connubio ancora più incredibile.”
Sono tematiche dal forte impatto sociale e di cui si parla probabilmente ancora troppo poco. Quanto è stato difficile (se lo è stato) dar vita a una storia che fosse bilanciata nel migliore dei modi, tra narrazione e contenuti?
“È stato sicuramente molto difficile, prima di tutto perchè, come hai detto, sono tematiche di cui si parla ancora troppo poco, e spesso se ne parla male. Prima di tutto ho cercato il modo più autentico per raccontare questa storia, perciò posso dire di aver lasciato che fossero i miei personaggi a raccontarla direttamente. Non nego che queste tematiche, in particolar modo l'identità di genere, mi toccano da vicino poichè per lungo tempo anche io mi sono posta delle domande per capire più a fondo parti di me che non avevo mai compreso.
In realtà la prima bozza della storia si è quasi scritta da sola, la prima scaletta l'ho finita in una settimana scarsa, quindi in un certo senso la difficoltà è stata più nel raccontare con delicatezza determinati argomenti, piuttosto che scrivere la sceneggiatura in sè.”
A che tipologia di pubblico pensavi quando lavoravi a questo Graphic Novel? Perché a un primo sguardo si penserebbe a un pubblico giovane, ma il messaggio veicolato in sostanza non ha limiti d'età e anzi, potrebbe aiutare anche i più "conservatori" su alcune tematiche...
“Devo ammettere che mentre scrivevo la storia non mi sono mai posta immediatamente delle domande sui possibili lettori di questo graphic novel. Sapevo di voler veicolare un messaggio ai giovani, ma andando avanti con le vicende dei personaggi, ho dato priorità alla loro voce. Solo in un secondo momento mi sono resa conto che parlare di identità di genere e orientamento sessuale non era utile solo per gli adolescenti che si pongono domande su loro stessi, ma anche per genitori che possono comprendere più a fondo i loro figli e le loro figlie, mentre magari compiono un percorso di affermazione di genere.
Quindi sì, assolutamente, credo che possa essere utile per tutti. Per esempio, anche io ho comunicato più apertamente con la mia famiglia grazie a questa storia, quindi spero che anche altri ragazzi e ragazze possano usarla come spunto per dialogare con la propria famiglia di tematiche che, come abbiamo detto, sono difficili da affrontare. Se questo graphic novel in qualche modo potrà riuscire a sdoganare alcuni argomenti che sono ancora un tabù, non posso che esserne fiera e grata.”
Se dovessimo sintetizzare il libro in tre aggettivi che lo rendano subito riconoscibile, completando la frase "questo libro è...", come lo definiresti?
“Chi mi conosce sa che non ho il dono della sintesi, però ci proviamo lo stesso! Perciò per me "questo libro è intenso, emozionante, colorato."

UN GRAPHIC NOVEL CHE CRESCE CON I SUOI PERSONAGGI
Ciao Filippo, parto subito con una domanda "a gamba tesa": quanto hai sentito il peso della responsabilità nell'adattare in forma visiva la storia di Francesca?
“Ciao, sento sempre il peso della responsabilità quando si intraprende un percorso di collaborazione. In questo caso, vista la tematica e i tempi che stiamo vivendo, dove sembra che la società stia in qualche modo regredendo sulle questioni dei diritti, il peso l’ho avvertito ancor di più. Questo però nella fase iniziale, a lavoro avviato le cose cambiano, ci si cala nella storia, nell’evoluzione dei personaggi nel confronto continuo con il coautore. Con Francesca è andato tutto molto bene, ci siamo spesso rassicurati vicendevolmente ed è stata un’esperienza arricchente.”
Quanto lavoro di caratterizzazione dei personaggi è stato necessario nello sviluppo della storia?
“Per i personaggi ci sono stati un paio di mesi di studi. Dopo qualche confronto, abbiamo trovato la quadra. La storia è ricca di personaggi e Francesca già nella sceneggiatura li aveva ben descritti. Alcune caratteristiche (colore degli occhi o colore dei capelli), sono stati punti fermi da cui partire per riconoscere poi il personaggio in età adulta. Per altri personaggi dove Francesca non aveva fornito descrizioni, mi sono lasciato ispirare dal carattere che emergeva dalle battute e dai comportamenti e che in qualche modo mi ricordavano amici o persone che ho conosciuto. Ad esempio, l’originalità e l’accostamento dei colori degli abiti di Alessia è frutto di ispirazione dal mondo che mi circonda.”
Qual è stata la sfida maggiore da affrontare per rappresentare graficamente "Dietro il brillio delle stelle"?
“Ci sono stati vari livelli di difficoltà. I protagonisti del libro vengono raccontati in un lungo periodo della loro vita: dall’età di 10 anni (quindi scuole elementari), ai 26/28 anni (fine Università). Un periodo lungo, in cui tutti i personaggi, principali e non, subiscono una trasformazione fisica. Immaginare tutto questo prima di iniziare a disegnare è stato già una sfida. Anche l’ambientazione non è stata una cosa scontata. Napoli è meravigliosa, durante la lavorazione sono tornato più di una volta a visitarla ed ogni volta sono tornato più innamorato di prima. Ma anche qui. Ci sono scorci riconoscibili, ad altri volutamente inventati. Napoli è un’altra protagonista di questo racconto, ma ho cercato un equilibrio tra realtà riprodotta ed immaginata, come la terrazza, luogo simbolo della storia, dove spazio e tempo sembrano annullarsi. Altra sfida sono stati i momenti più emozionali della storia: lo scontro in famiglia, la transizione, la separazioni e infine il ritorno. Insomma una paio di anni in balia delle emozioni.”