Diodato “Ti muovi”: il significato della canzone in gara a Sanremo 2024

Quarta partecipazione al Festival per Diodato, che nel 2020 trionfò con “Fai Rumore”. A Sanremo 2024 porta “Ti Muovi”

Emozioni al centro del brano con cui Diodato decide di tornare all’Ariston dopo la vittoria nel 2020. “Fai Rumore”, oggi triplo platino, vinse l’edizione più strana del Festival, alla vigilia della pandemia da Covid-19 che gli impedì di partecipare all’Eurovision Song Contest. Anziché esibirsi live a Rotterdam, Diodato cantò in un’Arena di Verona vuota, in collegamento con tutta Europa. Per il ritorno al Festival sceglie “Ti Muovi”. Scopriamo di più sul brano.

DIODATO, PER SANREMO 2024 SCEGLIE TI MUOVI

Anche se sai che è inutile, tu ancora ti muovi / Qui dentro ti muovi, cerchi l’ultima parte di me / Che crede ancora che sia impossibile”. Testo di Diodato, che insieme a Tommaso Colliva ne firma anche la produzione artistica: ballad intensa, che nasce da una matrice uguale e opposta a “Fai Rumore”. Frutto degli ultimi anni passati tra viaggi e concerti, il brano scelto per Sanremo 2024 è una sintesi del flusso emotivo in cui il cantautore si è immerso recentemente. La ricerca di un’ultima speranza dopo un amore che sembra ormai svanito: “Hai sciolto le catene che abbiamo stretto insieme / per tenerci lontani”.

SANREMO, DIODATO PORTA DE ANDRÉ ALL’ARISTON

Nella serata delle cover salirà sul palco insieme a Jack Savoretti sulle note di “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André, la “canzone della svolta”. La prima volta che Diodato registrò questa canzone finì nel suo disco d’esordio “E forse sono pazzo” prima e nella colonna sonora di “Anni Felici” di Daniele Lucchetti poi. Un brano che, in una fortunata successione di eventi, mise il turbo alla sua carriera, portandolo al suo primo Festival nel 2014, quando esordì nelle nuove proposte con “Babilonia”, finendo secondo dopo Rocco Hunt. Dopo 10 anni esatti dal suo primo Sanremo, nell’anno in cui decorrono i 25 anni dalla scomparsa di Faber, Antonio riproporrà il singolo del 1966 in una chiave inedita.

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