Friendship recession, abbiamo sempre meno amici

Nuove abitudini e nuovi fenomeni sociali stanno portando ad una recessione dell’amicizia

Qualcuno dirà meglio pochi ma buoni. Sicuramente è giusto, sano e necessario fare una cernita delle nostre amicizie. Ma i dati in questione vanno ben oltre la normale selezione della propria cerchia di contatti. Difatti, diverse ricerche (visti i minimi storici) parlano di Friendship recession.

Friendship recession

Con questa denominazione si identifica la sensazione che la tua cerchia sociale si stia restringendo: la recessione dell’amicizia. Il termine è stato coniato nel 2021, quando l’American Perspectives Survey ha rilevato che il 15% degli uomini e il 10% delle donne hanno dichiarato di non avere amici “stretti”. Sono percentuali allarmanti se paragonate a quelle del 1990, dove erano rispettivamente pari al 3% e 2%. Insomma, più passano gli anni, più le amicizie strette diminuiscono.

La rottura della pandemia

Ed è interessante individuare la data della creazione di questo termine, l’anno infatti corrisponde al dopo Covid un fenomeno sanitario che si è trasformato in una spaccatura netta, dettando una vita prima e dopo la pandemia. L’episodio mondiale ha stravolto la socialità partendo già dai termini di approccio con una riduzione delle reti di supporto imposta dalla legge che spesso ha vietato l’incontro con chiunque al di fuori dei propri parenti stretti. Per alcuni, una volta che un’amicizia si è freezata, è difficile da rilanciare.

Le cause di questa recessione dell’amicizia

Sono tante le cause che portano ad allontanarsi dalle persone: crescendo, infatti, introduciamo nuove abitudini nella nostra quotidianità che tolgono tempo a quelle vecchie. A volte diventa difficile persino liberarsi per una cena, magari perché si è travolti da numerosi impegni lavorativi.

L’aumento dei fuori sede

In più bisogna considerare un aumento delle persone che si spostano dalle città in cerca di lavoro, impedendo loro di accedere ad amicizie di lunga data; un rischioso mercato degli affitti urbani in cui le persone sono costrette a spostarsi frequentemente, ostacolando la loro capacità di creare ricchi legami con la popolazione locale; il crescente costo della vita spesso richiede orari di lavoro più lunghi o lavori secondari, lasciando poco tempo per coltivare le amicizie. Inoltre, con l’impennata del costo della vita, c’è chi rinuncia a un pranzo fuori per risparmiare qualche euro a fine mese. Questo atteggiamento, tuttavia, non permette di coltivare rapporti duraturi.

Vita online e social

Ho bisogno di una maglia? Compro online. Ho fame? Ordino online. Devo frequentare il corso di inglese? Mi collego alla riunione online. Tutte queste riposte determinano una riduzione degli spazi sociali e anche le probabilità di stringere conoscenze e amicizie durature.

Sull’altro fronte ci sono i social. Un ottimo strumento per allargare le nostre conoscenze, ma spesso creano una barriera nei rapporti: molte persone si accontentano di chattare, senza mai incontrarsi di persona. Questo, in alcuni casi, crea legami superficiali.

Il crescente individualismo della società

Come puoi iniziare a dare priorità ai tuoi amici in un clima che ti ha abituato a pensare di poter farcela senza di loro? È una routine in cui si ritrova la Gen Z, e forse anche tu. Una volta che la tua cerchia sociale si chiude, inizi a sentirti meno sicuro della tua capacità di fare amicizia – e meno convinto del valore che porti come amico – quindi volare da solo diventa la norma.

Combattere la solitudine e (ri)prendere l’iniziativa

Non ci resta che prendere atto di questa situazione e provare a combattere questo senso di solitudine. Magari non aspettando il messaggio di altri ma prendere iniziativa ed organizzare un uscita con vecchi e nuovi amici. Un’idea per combattere la pigrizia potrebbe essere quella di darsi appuntamenti fissi: la pizzata del mercoledì, il padel del giovedì e chi più ne ha più ne metta. 

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