13 gennaio 2023, ore 16:30

Mentre si sono aperte le votazioni per le nomination agli Oscar 2023, che verranno poi annunciate il 24 gennaio verso le due e mezza del pomeriggio (ora Italiana), la parentesi dei Golden Globe non sembra essersi chiusa del tutto. Nell’edizione della rinascita dopo le polemiche dello scorso anno, c'è una voce fuori dal coro che si scaglia apertamente contro un premio in particolare. Facciamo chiarezza.


GOLDEN GLOBE E IL PREMIO DELLA DISCORDIA

Com’è noto, l’attore Evan Peters, si è aggiudicato il Golden Globe per la sua interpretazione di Jeffrey Dahmer nella serie di Ryan Murphy prodotta per Netflix, che negli ultimi mesi, oltre a macinare numeri da capogiro per la piattaforma, si è attirata anche l’ira dei parenti delle vittime del serial Killer. A tal proposito Shirley, la mamma di Tony Hughes, ha dichiarato che l’attore avrebbe dovuto usare il suo discorso per ricordare le famiglie che stanno ancora soffrendo a causa dei crimini di Dahmer o per dichiarare che Hollywood deve smetterla di raccontare storie sui killer, andando così a spettacolarizzare la violenza. Come riporta il sito italiano Badtaste.it, la donna ha aggiunto:

“Ci sono tante persone malate intorno al mondo e le persone che vincono premi per aver interpretato dei serial killer continuano a mantenere viva l’ossessione e questo porta le persone malate ad alimentare il loro desiderio di ottenere la fama. Penso sia una vergogna che le persone possano prendere la nostra tragedia e trarne un profitto. Le vittime non hanno mai visto un centesimo. Dobbiamo affrontare queste emozioni ogni giorno.”


DAHMER, LA TRAMA DELLA SERIE

Per tutti coloro che non avessero visto la serie Netflix, vi ricordiamo che la storia ripercorre la vita di Jeffrey Dahmer, passato alla storia come Mostro di Milwaukee per aver ucciso brutalmente diverse persone tra il 1978 e il 1991. La narrazione oltre a focalizzarsi sui vari omicidi compiuti da Dahmer, si sofferma anche sulla psicologia del personaggio, andando ad indagare le vicende di un’infanzia infelice e problematica che l’hanno portato dall’essere semplicemente Jeffrey, a trasformarsi in un mostro capace di uccidere e mangiare le sue vittime. La serie inizia dalla fine, o meglio inizia nel momento in cui Dahmer viene consegnato alla giustizia, dopo 13 anni in cui ha potuto uccidere indisturbato ben 17 persone. Poi la storia riavvolge il nastro e, in un andirivieni di salti temporali, ripercorre le tappe fondamentali di tutta la vicenda.


DAHMER, GLI SVILUPPI FUTURI DI NETFLIX

Nonostante le aspre polemiche, la serie ha generato numeri importanti per la piattaforma che hanno convinto i vertici a dare un futuro al progetto. In parole povere si seguirà la struttura antologica, con altre due stagioni, ambedue incentrate su altre figure "mostruose" che hanno avuto un notevole impatto sulla società e, dunque, non ruoteranno attorno alla figura di Jeffrey Dahmer. E' probabile che le prossime due stagioni raccontino la storia di altri due serial killer.


In ogni caso, l’eterno dibattito sulla spettacolarizzazione della violenza e sulla raffigurazione di personaggi scomodi, non sembra destinato a fermarsi. Al momento né Netflix, né l'attore Evan Peters si sono pronunciati sulla vicenda.