14 luglio 2023, ore 16:35


La fabbrica dei sogni continua ad essere nel caos. Hollywood, per la prima volta dopo 60 anni, è costretta a fermarsi. Dopo gli sceneggiatori, anche gli attori hanno preso la decisione di entrare in sciopero contro i grandi Studios. Con una conferenza stampa il sindacato che rappresenta oltre 160 mila interpreti americani, dopo 4 settimane di trattative, ha deciso che incrocerà le braccia e rimarrà in sciopero finché non riuscirà a ottenere un contratto equo con l’associazione dei produttori americani. E ora che cosa succede?


SCIOPERO ATTORI, ECCO QUEL CHE NON POTRANNO FARE GLI INTERPRETI AMERICANI

Secondo le linee guida diffuse in queste ore, i membri del sindacato non potranno presenziare alle anteprime, fare attività stampa, partecipare a serate di premiazione, a festival cinematografici né promuovere progetti sui social media mentre è in vigore l'agitazione. Grande preoccupazione soprattutto per i Festival in arrivo nei prossimi mesi. Da Venezia a Toronto fino a quello di New York, per non parlare degli Emmy 2023 in programma il prossimo 18 settembre. “Non puoi presentare film in anteprima da nessuna parte senza le star. Niente star, niente film” ha affermato uno dei dirigenti degli Studios sull’impatto che lo sciopero potrebbe avere sulle kermesse festivaliere delle prossime settimane.




SCIOPERO ATTORI, HOLLYWOOD TREMA

Buona parte delle produzioni americane, televisive e cinematografiche, si era già fermata nel corso degli ultimi due mesi a causa dello sciopero degli sceneggiatori, che come sappiamo è iniziato più di due mesi fa. Già questa protesta ha creato qualche problema, soprattutto alla promozione televisiva dei grandi Blockbuster in uscita in questi mesi. Ma con questo secondo sciopero, tutte le produzioni saranno costrette a chiudere, anche quelle che avevano proseguito la lavorazione limitandosi a non coinvolgere sceneggiatori sul set.


SCIOPERO A HOLLYWOOD, I PRECEDENTI STORICI

Non è la prima volta che gli interpreti decidono di incrociare le braccia per protestare contro i grandi Studios americani. Accadde anche nel 1980 ma, solo nel 1960, entrarono in sciopero assieme agli sceneggiatori. Peraltro i writers si fermarono anche tra il 2007 e il 2008, per un’agitazione che durò 100 giorni. In quell’occasione l’industria televisiva di Los Angeles perse 2 miliardi di dollari. Oggi le conseguenze potrebbero essere addirittura peggiori. Il caso più eclatante di quella situazione di 15 anni fa è rintracciabile nel film della saga di James Bond “Quantum of Solace”, che venne girato in pieno sciopero con Daniel Craig, che apportò modifiche ai suoi stessi copioni in mancanza di sceneggiatori. Ma anche la quarta stagione di "Lost" subì una riduzione degli episodi.