05 dicembre 2023, ore 13:17

“I giovani imparino a comunicare, insegnare il rispetto”: le parole del papà di Giulia Cecchettin
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Quando il feretro di Giulia Cecchettin lascia la chiesa di Santa Giustina a Padova oltre 8 mila persone in piazza fanno rumore. Un rumore assordante. Un rumore che nessuno dimenticherà. Perché non bisogna stare in silenzio davanti ad un femminicidio, l'ennesimo che viene commesso in questo anno orribile.

Il feretro di Giulia lascia la piazza, centinaia di rose bianche lo avvolgono. Scoppia un lungo applauso, la folla è in lacrime. In chiesa e nella piazza ci sono migliaia di ragazzi: amici di Giulia, conoscenti, ma anche gente comune. Tutti si stringono attorno alla famiglia Cecchettin.

Giulia Cecchettin aveva 22 anni ed è stata uccisa barbaramente dal suo fidanzato Filippo Turetta. Giulia aveva una vita davanti a sé. Faceva parte della Generazione Zeta. Amava viaggiare, studiava all'università Ingegneria biomedica e sognava un futuro migliore come tantissimi ragazzi che vogliono il cambiamento e che lottano ogni giorno. Ma Giulia, purtroppo, non è riuscita a difendere la propria vita: il suo ex fidanzato, Filippo Turetta, l'ha uccisa barbaramente. Poi è fuggito all'estero ed è stato arrestato in Germania. Ora si trova nel carcere di Verona. 

LA LETTERA DI GINO CECCHETTIN

Dopo i funerali arriva la reazione del mondo della Generazione Zeta. Le parole di papà Gino, commosso e composto nella chiesa di Santa Giustina a Padova, fanno il giro del mondo e della Rete.

“I giovani imparino a comunicare, insegnare rispetto”, dice Gino Cecchettin.  "Giulia era come l'avete conosciuta, allegra e felice, una giovane donna, mai sazia di imparare. Dopo la perdita della mamma ha abbracciato la famiglia, lei si è guadagnata anche il titolo di mamma. Era già una combattente, tenace nei momenti di difficoltà e il suo spirito indomito ha ispirato".

"Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti. Mi rivolgo prima agli uomini: parliamo agli altri maschi, per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere. Non giriamo la testa di fronte a determinati gesti, anche i più lievi. Insegniamo ai nostri figli ad accettare anche le sconfitte, facciamo in modo che tutti rispettino la sacralità dell'altro", continua il papà di Giulia. 

LA TECNOLOGIA CI PRIVA DEL CONTATTO

Le parole di Gino Cecchettin commuovono tutti. "Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci priva del contatto dell'altro: è importante la connessione umana autentica, perché questa mancanza può portare a decisione tragiche. I giovani devono imparare a comunicare. La scuola ha un ruolo fondamentale. Bisogna investire in programmi educativi per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.

"Io ti amo tanto, e anche Elena e Davide di adorano, Io non so pregare, ma so sperare. Voglio sperare insieme a te a alla mamma, e a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite, e un giorno possa germogliare, e produca il suo frutto di amore, di perdono, e di pace. Addio Giulia, amore mio. Grazie per questi 22 anni", dice ancora alla folla durante il suo discorso.

LA VITA DI GIULIA SOTTRATTA IN MANIERA CRUDELE

Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne", conclude l'uomo.