23 ottobre 2021, ore 15:00

L’estate è finita, ma questo periodo - e in generale tutto il 2021 - ha qualcosa di magico per lo sport azzurro. Abbiamo vissuto mesi a suon di successi, medaglie, record e rivincite, e a quanto pare non è ancora arrivato il momento di mettere i sorrisi da parte.

In casi come quello di Nicola Bartolini c’è ancora più gusto. Perché è la prima volta nella storia del nostro sport che un atleta azzurro conquista la medaglia d’oro nel corpo libero. Gli ultimi ricordi ormai sbiaditi in questa disciplina risalgono al 1966, al bronzo Franco Menichelli, poi stop. I successi di Yuri Chechi nella ginnastica artistica ci hanno regalato giorni indimenticabili, ma prima di oggi non abbiamo mai festeggiato un successo mondiale nel corpo libero.

Nicola Bartolini è nato a Cagliari il 7 febbraio 1996, con la ginnastica presto compagna di vita. A 4 anni infatti ha iniziato a fare acrobazie, quasi come fosse un istinto naturale. Nel suo percorso ha avuto alti e bassi, gioie e dispiaceri. Come i due infortuni che gli impediscono di rappresentare il tricolore alle Olimpiadi di Rio nel 2016 e agli assoluti del 2018.


La tempra di un campione, però, si forma e si perfeziona anche nei momenti di difficoltà. In un anno ai limiti del leggendario per il nostro sport, Nicola ha trovato il modo e la forza di rinascere. Lo ha fatto nel giro di 6 mesi, qualificandosi e prendendosi il bronzo agli Europei di ginnastica artistica, sempre nel corpo libero, per poi dimostrarsi il migliore in tutto il globo in questa disciplina. A Kitakyushu, in Giappone, davanti al nipponico Kazuki Minami. “In casa loro”, è il mantra del nostro anno sportivo.

Per fortuna però le soddisfazioni non arrivano mai sole. Anche perché la ‘Generazione Z’ non si accontenta mai. E allora i complimenti vanno anche ad Asia d’Amato, che ad appena 18 anni si prende l’argento nel volteggio individuale. In quello a squadre, nel 2019 (a 16 anni!), si era già appesa al collo un bronzo che sapeva di predestinata.


Anche in questo caso è un ritorno al vertice per i nostri colori, visto che il podio in questa disciplina mancava da Anversa 2013 con la mitica Vanessa Ferrari. E colpisce la maturità e la freddezza, oltre alla leggiadria, con cui Asia si è piazzata alle spalle solamente di Rebeca Andrade, campionessa olimpica in carica. E per questa volta, solo per questa, va bene così.

In fondo, la gioventù diventa grande – in tutti i sensi - quando acquisisce la giusta consapevolezza di sé e quindi anche di situazioni e avversari. Nella sinfonia estiva azzurra, ricca di successi sportivi, gli acuti di Asia e Nicola continuano a farci emozionare.

Potremmo prolungare questo 2021? Giusto per qualche altro mese…