25 marzo 2022, ore 20:10

L’Italia è fuori dai Mondiali. Di nuovo. Dopo aver saltato l’appuntamento in Russia nel 2018, gli Azzurri non saranno neanche a Qatar 2022. E questa volta fa ancora più male. Per almeno 5 buoni motivi.



Dal tetto d’Europa al baratro

L’11 luglio 2021, appena 9 mesi fa, la Nazionale di Roberto Mancini trionfava a Euro2020. Un successo sorprendente, di un gruppo giovane ma compatto, riunito intorno alla leadership del proprio ct. Lo stesso che da lì però non ha saputo mantenere intatto l’entusiasmo dietro a un successo storico.

E dal trionfo al tonfo il passo è stato tristemente breve.

AAA attaccanti cercarsi

La regola più banale e allo stesso tempo più efficace nel calcio dice che per vincere serve fare un gol in più dell’avversario. E il fattore che più di tutti accomuna la débâcle del 2017 con quella attuale è l’assenza di un attaccante micidiale in Nazionale.

Non lo è stato Immobile, scarpa d’Oro 2020 e recordman di reti con la Lazio, difeso più volte da Mancini all’Europeo. Non lo è stato Belotti, né Berardi (provato alla disperata come falso nueve), né i giovani Scamacca e Raspadori.

I settori giovanili

Proprio i giovani sono al centro di tanti discorsi dopo il disastro azzurro. Purtroppo però non sono al centro dei progetti di tanti club, di sicuro non dei più importanti del nostro campionato. E questa è una mancanza che fa capire quanto l’assenza – la seconda di fila, va sempre ricordato – dai Mondiali sia il sintomo di un problema che coinvolge tutto il movimento calcistico italiano.

‘Rimettete la Generazione Zeta al centro del calcio italiano’, potremmo coniare qui questo slogan.



La Serie A senza appeal

Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che è competitivo. Se nel calcio funzionasse così, la Serie A quest’anno potrebbe essere reputata forse il campionato più interessante a livello europeo. Quello che trapela, però, dietro alla corsa allo Scudetto (con 4 squadre in 7 punti), è che manchi una potenza tanto forte da prevalere sulle altre, in un livello che nel complesso sembra essersi abbassato.

Le critiche, feroci

Diciamoci la verità, in Italia il calcio è lo sport più elogiato quando le cose vanno bene, vedi l’estate scorsa, e allo stesso il più vilipeso quando qualcosa non gira, vedi oggi.

Opinione pubblica, addetti ai lavori. Per strade, sui social. Le critiche impazzano, tra chi chiede la testa di Mancini e chi ‘eh io però avrei messo tizio e non caio’, fino a un ‘Se ci fosse stato Chiesa…’.

La verità è che con i se e con i ma non si va lontano, neanche nel calcio. Di sicuro, con i se e con i ma la Nazionale non va in Qatar. Non andiamo al Mondiale, neanche quest’anno. L’appuntamento è per il 2026: a quel punto saranno 12 anni senza Azzurri nel torneo di calcio più importante.

Troppi, davvero troppi.