"Gattuso è un simbolo del calcio italiano, l'azzurro per lui è come una seconda pelle": così, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina ha ufficializzato la nomina di Gennaro Gattuso a nuovo CT dell'Italia. Il campione del mondo 2006 ritorna a vestire l’azzurro da allenatore dopo l’esperienza di Luciano Spalletti. I due si sono affrontati da avversari, ma non hanno mai lavorato insieme nella stessa squadra. Quando l’allenatore toscano gestiva la Roma (prima esperienza: 2005–2009) e poi lo Zenit, Gattuso era ancora al Milan (fino al 2012).
GATTUSO, LE ESPERIENZE DA CALCIATORE
Il punto più alto della sua carriera lo conosciamo tutti: 9 luglio 2006 ad alzare la coppa del mondo insieme a Cannavaro e compagni. Senza dimenticare le mani in faccia a Lippi per eccesso di felicità che sono costati al Marcello nazionale una montatura di occhiali. Già questo basta per comprendere il temperamento di “Ringhio”. Che non a caso porta questo soprannome: stile di gioco aggressivo e instancabile, sempre pronto a combattere su ogni pallone. In campo era il classico "mastino", un mediano con il fuoco dentro.
GLI ESORDI: PERUGIA, RANGERS E SALERNITANA
Cresciuto nel vivaio del Perugia, fa il suo esordio in Serie A a 18 anni con gli umbri sotto la guida di Carlo Mazzone. Poi l’esperienza oltre confine con i Rangers, in Scozia, dove si interfaccia con uno stile di gioco molto fisico. É una delle pochissime star italiane ad aver militato nella Scottish Premier League. Dopo un anno il ritorno in Italia con la casacca granata della Salernitana di Delio Rossi, che nonostante la retrocessione si fa apprezzare per il suo gioco lanciando numerosi calciatori (Di Vaio, Di Michele, Vannucchi e tanti altri).
IL MATRIMONIO A VITA CON IL MILAN
Dopo l’esperienza con i campani sembra tutto fatto per vestire i colori giallorossi della Roma ma al fotofinish il Milan riesce a strapparlo alla famiglia Sensi, rinforzando così il centrocampo di Alberto Zaccheroni. Con il Milan conquista 2 Champions League (2003, 2007), 2 Scudetti (2003–04, 2010–11), 1 Coppa Italia (2003), 2 Supercoppe europee, 1 Mondiale per club.
GATTUSO IL GUERRIERO, PIRLO IL MAESTRO
Qui l’intesa straordinaria con un altro campione del mondo 2006, Andrea Pirlo: "io correvo, lui pensava" è un'efficace sintesi che Gattuso ha fatto negli anni per raccontare la complementarietà del loro gioco.
IL RITIRO IN SVIZZERA
Termina la carriera da calciatore in Svizzera con il Sion, dove comincia anche la sua avventura da allenatore-giocatore. Si ritira ufficialmente, appendendo gli scarpini al chiodo nel 2013.
LA CARRIERA DA ALLENATORE E IL NUOVO CICLO DA CT
Il suo passato da allenatore lo ha visto protagonista in Italia e all’estero, con esperienze che l’hanno temprato anche lontano dai riflettori. A Creta fu accolto come un eroe, a Napoli conquistò una Coppa Italia e il rispetto di un ambiente complicato. Più che per particolari meriti sportivi in panchina si è fatto riconoscere per il suo stile comunicativo senza filtri. Dai suoi sfoghi coloriti ai suoi gesti di coerenza e di rispetto verso tifosi e calciatori.
Gattuso ha totalizzato 73 presenze con la maglia dell’Italia. La speranza è che l’ex centrocampista possa portare in Nazionale il suo spirito combattivo, ma anche un'insospettabile profondità. Dietro l'immagine del guerriero, infatti, c’è un uomo riflessivo, legato alle radici, con una passione autentica per la terra (possiede un'azienda agricola in Calabria dove produce olio e vino), il silenzio e il lavoro vero. Secondo fonti interne alla FIGC, la scelta di Gattuso è legata a un’idea precisa: riportare l’identità combattiva e orgogliosa dell’Italia, puntando su giovani affamati, gioco verticale e spirito di gruppo.
Non mancheranno le sorprese: chissà se il neo CT voglia proporrà ritiri “alla Gattuso”, con allenamenti all’alba, mare e silenzio, in stile spartano.
Buona fortuna “ringhio”, speriamo di riuscire dove altri hanno fallito da troppo tempo: la qualificazione ai Mondiali 2026. Una cosa è certa: con lui in panchina, nessuno potrà permettersi di camminare in campo. Non si accettano mezze misure alibi né fisici né tecnici, tutto si sopperisce con la forza di volontà.