Lazza a Radio Zeta: “Torno sulle scene con un album introspettivo”

“Brillo, ma sono solo. O meglio, mi sono sentito solo. Nonostante il grande successo”, svela in radiovisione

Lazza conosce il significato di gavetta. Prima di posizionarsi in vetta alla classifica Fimi, ha scalato piano piano tutte le possibili classifiche. Oramai è un hit maker, ben saldo sulla scena rap. È da esempio per la Generazione Zeta perché conosce la fatica e il duro lavoro. Prima di affermarsi e di diventare un capostipite dell’Hip Hop, ha passato anni in studio e nei piccoli locali. Nel 2022, finalmente, possiamo dire che ha battuto ogni record, anche a livello di stream. Il suo album “Sirio” è il più venduto in Italia, i suoi live sono sempre sold out. 

Lazza è cresciuto, si sente anche nel suo nuovo disco. Introspettivo, a tratti sofferto, ma dannatamente vero.

Lazza si racconta ai microfoni di Collettivo Zeta con Diego Zappone e Simone Palmieri.


Ciao Lazza, come stai?

“Benissimo ragazzi, super felice, anche perché Sirio è disco di platino. Abbiamo fatto un lavoro lungo e complesso ma a distanze di poche settimane dall’uscita i risultati si vedono. E ora è il momento di festeggiare”.


Sirio, perché?

“È un album molto introspettivo, e la stella più lucente del firmamento. Si collega anche al mondo rap, sia chiaro. Se ci pensate, è sola come stella anche se quella più lucente. Il mio nuovo album significa anche questo. Brillo, ma sono solo. O meglio, mi sono sentito solo. Nonostante il grande successo. Il periodo ha influito, perché in due anni di covid, chiuso in casa, sono impazzito. Un’altra volta mi ha salvato tanto la musica. La musica come terapia è salvifica”


Le collaborazioni invece?

“Mi sono sentito con tutti su IG. Sono tutti amici e alcuni degli idoli. Con la musica di Noyz per esempio sono cresciuto. Sfera invece è un altro grande piacere. Ho saputo che è in tour con il suo nuovo Ep, che ha presentato da voi la settimana scorsa, e nonostante questo canta la canzone del mio disco. Un piacere enorme, davvero.


Quali sono stati gli aspetti più intimi che hai toccato nel disco?

“Il successo, l’adolescenza, e le relazioni. Non solo con gli altri, ma con me stesso. Sono in costante guerra con me stesso. E quando scrivo mi placo e rifletto. Metto giù barre per capire chi sono. A distanza di anni, ho sentito l’esigenza di un album maturo, vero, sincero che parlasse di me. Ho toccato il mio Io più profondo!”


Le produzioni come sono nate?

“Sono nate in modo spontaneo. Io suono anche il pianto e i beat li so fare. Però ovviamente ho chiesto aiuto, perché la musica va condivisa. Il mix è stato curato da gente bravissima in Italia. Produttori idem. Però sono tutto il giorno in studio. Il mio luogo zen è il palco e lo studio. Per quello ho molto sofferto questi due anni pandemici. Anche in “Sogni D’oro” lo dico: la guerra con me stesso sono i pensieri notturni casalinghi”


In chiusura, sei pronto per i live?

“Di brutto, non vedo l’ora. Sarà difficile fare questi pezzi live, quelli dell’ultimo album, sia vocalmente che a livello di produzione. Ma stiamo lavorando ad un set assurdo”





A COLLETTIVO ZETA SI GIOCA A “ALL-IN”

Arriva il momento del gioco! 

Con Lazza giochiamo ad All-In, descrivendo situazioni estreme


LA SPESA PIÙ FOLLE PER UN SOLO OGGETTO

“Forse le scarpe”


IL MESSAGGIO PIÙ INSISTENTE CHE TU ABBIA MAI MANDATO

“Non lo posso dire”


LA TRACCIA CHE TI HA MESSO PIÙ IN CRISI

“Portocervo”


IL VIAGGIO PIÙ LUNGO

“Milano- Bari in auto”


LA CANZONE DELLA TUA VITA

Alla fine di ogni intervista, gli ospiti in Collettivo Zeta scelgono una canzone che rappresenti la loro vita. Quella di Lazza è “Lady Of Namek” di “Tory Lanez”

Perché? “È UN CAPO”



Grazie a Lazza per essere stato con noi!

Lazza: "Per 'Sirio' ho cercato sonorità nuove e temi nuovi"

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