18 agosto 2021, ore 12:30

Un dolce fascino europeo: Valérie Perrin

Valérie Perrin, classe ’67, non ha sbagliato un colpo. Se il suo primo romanzo, Il quaderno dell’amore perduto, aveva già attirato l’attenzione della critica nel 2015, è Cambiare l’acqua ai fiori, con più di 180.000 copie vendute, a metterla ufficialmente sotto i riflettori. Pubblicato per la prima volta nel febbraio 20018, questo romanzo racconta la storia di Violette Toussaint, guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Alla richiesta, proveniente dalla sua defunta madre, di essere seppellita nella tomba di uno sconosciuto, Violette intraprenderà un percorso che la porterà a intrecciare la sua storia con tante altre. Amore, solitudine, perdita, morte: queste le parole chiave del romanzo di Perrin. Si potrebbe dire: argomenti vecchi come il mondo. Così vecchi, ma così ben sviluppati, da farle guadagnare immediatamente il Prix Maison de la Presse, presieduto da Michel Bussi. E vecchio come il mondo è pure il centro nevralgico del suo ultimo romanzo, Tre, di recentissima pubblicazione. Tre è il racconto, attraverso gli anni, di un’amicizia tra ragazzi. A sporcare il quadro, un nodo da sciogliere dietro questo rapporto, un mistero da risolvere.


Melting pot: un’americana riscrive la classicità

Se sono i temi eterni ad attrarre i lettori, non è strano che, accanto ai romanzi di Perrin tra i libri più venduti, ci siano quelli di Madeline Miller. Nata a Boston, Miller ha studiato lettere classiche alla Brown University e ha insegnato latino e greco nei licei americani. Se guardiamo alla sua carriera di scrittrice, potremmo dire “buona la prima”: il suo romanzo d’esordio, La canzone di Achille, viene pubblicato nel 2011 dopo un tempo di stesura durato circa 10 anni. Un anno dopo, ottiene l’Orange Prize.
La canzone di Achille è un massiccio lavoro di retelling del mito di Achille e Patroclo, coppia simbolo dell’Iliade, mai adeguatamente indagata. Similmente, il secondo romanzo di Miller, Circe, ricostruisce e integra una figura cardine della mitologia greca, andando ben oltre la narrazione fallocentrica operata nei poemi. Entrambi i testi sono stati candidati al Women’s Prize for Fiction.
Una narrazione, quella di Miller, che interpreta il passato alla luce della nuova morale e del nuovo costume, che va a fondo lì dove la tradizione è rimasta in superficie e che, malgrado pecche e forzature inevitabili, riesce a emozionare i lettori. Il retelling è materia scottante e, per quanto possa piacere o no, fa parlare di sé.



Una narrazione social: un long seller è tale grazie alla generazione Zeta

Nel 2021, a fare di un libro un trend non basta più il consiglio del libraio. Muovere copie, tante copie, come abbiamo visto nel caso delle nostre autrici, è letteralmente “roba da ragazzi”. Sono proprio loro, infatti, a dettare le mode in termini di libri, e per farlo basta loro una bella foto, 2000 caratteri o un video di quindici secondi. Tra Instagram e TikTok, Perrin e Miller hanno davvero spopolato. Basti guardare all’uso degli hashtag #valerieperrin, che supera le 11mila menzioni e #madelinemiller, che addirittura sfiora le 62mila. TikTok, d’altra parte, è il luogo perfetto per scoprire le reazioni emotive immediate dei giovani lettori a queste storie commoventi. Un consiglio, dunque: se volete scovare il prossimo long seller, buttate un occhio sui social della Gen Z.