25 aprile 2020, ore 19:00
  agg. 27 aprile 2020, ore 20:05

Domani, Giorgio Moroder compie 80 anni, come Mina, Ringo Starr, Placido Domingo, Chuck Norris, Al Pacino. Insomma, il padre della discomusic, l’unico italiano che abbia inventato un genere musicale dell’era moderna, festeggia in buona compagnia. Come i colleghi citati, vive nella ricchezza, isolato nella sua sontuosa dimora di Los Angeles dove trascorre le giornate di questa solitudine indotta, leggendo libri, annotando bozze di idee, ascoltando nuova musica e spolverando i simboli dei 7 riconoscimenti internazionali, tra i quali 3 Oscar.
Come quell’allegra e arcinota combriccola di ottuagenari, non pensa per nulla a ritirarsi. Anzi da un paio d’anni ha riscoperto la vocazione per il suo primo amore: la consolle. "Beh, io nasco disc-jockey, dichiara Moroder, ed è un piacere riscoprire la gioia di fare musica per la gente che balla e si diverte. Oggi il dj è l'unico direttore d'orchestra capace di far suonare un'orchestra di 30mila elementi". Nasce a Ortisei, Giorgio, da ragazzino ci sa fare con la chitarra e con gli sci. Una leggenda metropolitana vuole che tra i suoi allievi delle nevi vi sia il vescovo di Cracovia, un certo Wojtyla che, anni dopo, diventerà Papa Giovanni Paolo II. La sera rifà i classici del rock nelle discoteche della Val Gardena. In Germania tra nuovi suoni e idee vincenti Poi emigra a Berlino, alla ricerca di nuovi stimoli, nuove prospettive musicali. "Agli inizi degli anni '70, in Germania, ci sono un sacco di nuovi locali da ballo. Mi presento, mi esibisco per una mezz'ora buona, incassati pochi denari me ne vado a dormire in macchina e il giorno dopo riparto per una nuova città, una nuova discoteca". Fino a che si stabilisce a Monaco di Baviera. Da quel momento la sua carriera va prepotentemente sotto i riflettori. E’ lì che scopre Donna Summer, che raccoglie i suoi primi successi internazionali. E’ da lì che la sua fama lo porta a Hollywood dove le grandi star fanno a gara per farsi produrre da quell’italiano un po’ così, innamorato della tecnologia e capace di idee spiazzanti. E vincenti.


 Da Barbra Streisand a David Bowie

Un taccuino pieno di prenotazioni eccellenti: Barbra Streisand, Britney Spears, Chaka Khan, Janet Jackson, Nina Hagen, Sparks, Daft Punk. Moroder ha fama di stakanovista degli studi di registrazione, spinto da un’irrefrenabile fantasia, da un’innata voglia di sperimentare o di rilanciare personalità magari un po’ in declino che, grazie a lui, tornano sulla vetta del mondo. Lavora con tutti anche con David Bowie. "E' Brian Eno che mi segnala al Duca Bianco. I due sono in sala di registrazione a Berlino. David, gli dice Brian, porgendogli una copia di 'I felle love', ecco la musica del futuro. Dopo qualche settimana ricevo una telefonata; sono Bowie e voglio lavorare con lei". Tre Oscar e la tournée 2021 Vince tre Premi Oscar per la colonna sonora di “Fuga di mezzanotte”, per “What a Feeling” da “Flashdance” e per “Take My Breath Away” da “Top Gun”, un Grammy Award e nel 2005 viene insignito della Croce di Commendatore della Repubblica italiana. Poi, sazio di tanti successi, torna alle origini. "Per questo dramma del Covid-19 debbo far saltare la mia torunee europea, conclude Moroder, ho date prenotate in Italia, Germania, Francia, Inghilterra. Ci vedremo l'anno prossimo". Giorgio, per concludere, da qualche parte intravvede la musica del futuro? "Sono geloso dei mieri segreti. Se la vedessi non lo rivelerei a nessuno...".