20 maggio 2021, ore 17:50 , agg. alle 18:00

Francesco Motta, classe ’86. Nel 2016 pubblica il suo album d’esordio da solista “La fine dei vent’anni”, seguito da molti altri successi e premi vinti con il passare del tempo. Nel 2018 pubblica i singoli “La nostra ultima canzone”, “Quello che siamo diventati”, “Chissà dove sarai” e nel 2019 partecipa al Festival di Sanremo con il brano “Dov’è l’Italia”.
Oggi è tornato con il suo nuovo album: è Motta il nostro ospite in Collettivo Zeta!
Come stai? “Devo dire bene: tornare in qualche modo a lavorare è stato stupendo! Abbiamo già annunciato le date, anche solo vederle mi riempie di gioia”.



“Semplice”: il nuovo album di Motta

Fuori il 30 Aprile, “Semplice” è il nuovo album di Motta

Dopo tre anni sei tornato con il tuo nuovo album. Semplice, è un modo per dire che sei ripartito dalle piccole cose? “Si, diciamo ho cercato la semplicità e la cosa più difficile per cercare di arrivare all’essenza è andare a togliere il superfluo, quello non è stato semplice. Non ci sono arrivato alla semplicità, sto continuando a cercarla”.

I testi di “Semplice”

La vita di campagna ti ha aiutato? “In realtà lì ho fatto altre cose: pensavo alla legna, a scacciare cinghiali. Quel periodo lì è stato bello perché mi ha aiutato a staccare, in alcuni momenti guardando la chitarra avevo quasi il timore di ricominciare a suonare”.

La copertina di “Semplice”

Anche la copertina rispecchia il titolo di questo album: parole, testi e canzoni in bianco e nero, non c’è la tua faccia. “Si, c’erano due strade: o mettevo sempre la mia faccia o cambiavo direzione. Ho sempre pensato che le canzoni sono più importanti di chi le scrive: avevo voglia di fare un passo indietro, non siamo partiti da lì ma ad un certo punto il grafico mi ha mandato questa copertina e l’ho scelta”.

Il sound di “Semplice”

È un lavoro molto articolato dal punto di vista del sound. “Si, è difficile essere ascoltatori di noi stessi, soprattutto nell’ultima parte però ci sono riuscito. Sono state coinvolte persone che suonano con me da cinque anni, che rappresentano il suono dal vivo e questo volevo portarlo nel disco. Di solito, quando si faceva Live, dicevano che il Live era più bello del disco: ho cercato di avvicinare le cose il più possibile”.
Come avete lavorato con Taketo Gohara? “Lui è la persona che preferisco nel mondo. È il secondo disco che facciamo insieme: è la prima volta che mi trovo a lavorare consecutivamente con lo stesso produttore. Rispetto agli altri lavori ci siamo divertiti molto, ritrovarci in studio tutti insieme con persone che mi sono mancate tanto è stato meraviglioso. Con Mauro Refosco abbiamo lavorato a distanza ma non è stato così drammatico, anzi: nel disco precedente aveva registrato tre o quattro canzoni, quindi praticamente tutti i pezzi”.

Tracklist e curiosità

Ecco la tracklist di “Semplice”:
- “A te”
- “E poi finisco per amarti”
- “Via della luce”
- “Qualcosa di normale” ft. Alice Motta
- “Quello che non so di te”
- “Semplice”
- “Le regole del gioco”
- “L’estate d’autunno”
- “Dall’altra parte del tempo”
- “Quando guardiamo una rosa”



Curiosità

Qualcosa di normale
Hai collaborato con tua sorella in questo brano. “Si, ha cinque anni più di me ma sembra mia nipote. Lei non fa la cantante, è musicoterapeuta. È una delle mie voci preferite e questa cosa è venuta fuori perché ho fatto un sogno in cui De Gregori ascoltava questo brano a casa dei miei. Il giorno dopo ho chiamato Caterina Caselli che mi dice di contattarlo e così faccio: lui mi risponde che mi consigliava di cantare questo brano con una donna. Una delle mie voci preferite in Italia è quella di mia sorella, questo ha cambiato la prospettiva della canzone perché parlare di amore con una sorella è diverso”.



Giochiamo a “un semplice game” con Motta

È arrivato il momento del gioco! Diego Zappone e Simone Palmieri hanno chiesto a Motta di rispondere a queste “semplici” domande.
Un’attività che ti riesce in modo semplice? “Accendere un camino”.
Un piatto che riesci a cucinare in maniera semplice? “Il ragù”.
Un oggetto al quale sei semplicemente affezionato? “La chitarra”.
Una cosa semplice che vorresti fare quest’estate? “Andare in vacanza”.
Una canzone dell’album che credevi fosse semplice da comporre, ma non lo è stata? “ Componendo ‘Semplice’ mi son reso conto che ha una coda strumentale che se dovessi rifarla ora non saprei da dove ripartire”.
Un disegno semplice che sai fare? “Sono negato nel disegno”.
Uno strumento musicale che suoni in modo semplice, chitarra a parte? “Mmm… c’è uno strumento popolare giapponese che è complicato da suonare, per cui io lo suono a modo mio”.
Una cosa semplice che hai fatto questa mattina? “Ho bevuto tanti caffè”.

Le domande dei fan a Motta

Ecco le domande che i fan hanno fatto a Motta tramite il nostro profilo Instagram ufficiale @radiozetaof.
Giuseppe: le tue canzoni sono spesso anche psichedeliche. Concordi? “Si, anche nel nuovo disco ci sono canzoni di questo genere”.
@arturo: come è nato il video di “E poi finisco per amarti”? “L’idea era quella di ricreare un qualcosa che fosse molto semplice e simile a quello che succede dal vivo ai nostri concerti. Ci siamo ritrovati dopo tantissimo tempo in questo ex deposito di autobus, ci siamo emozionati anche a fare il playback”.
@raffa: ci saranno altre date dei Live? Che Live sarà? “Un live molto psichedelico. Le altre date? Ne annunceremo poche altre”.
@gianni_: le tue influenze musicali? “The Velvet Underground, De Gregori, Bennato”.

La canzone della tua vita

Alla fine di ogni intervista, gli ospiti in Collettivo Zeta scelgono una canzone che rappresenti la loro vita.
Motta ha scelto “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla.
Perché? “ La bellezza di questa canzone è che non sembra scritta oggi, sembra scritta domani: è una meraviglia. Per me questo disco è il preferito nel mondo”.
Grazie Motta per essere stato con noi! Ti aspettiamo presti nei nostri studi!


Motta a Radio Zeta: nel mio nuovo e terzo album ho cercato la semplicità