08 settembre 2023, ore 10:55

Dopo un album d’esordio di cui era difficile replicare il successo (con Sour conquistò tre Grammy alla sua prima partecipazione) Olivia Rodrigo è tornata con un nuovo lavoro, Guts, che conferma le aspettative e la riafferma come icona del pop contemporaneo. Introspettivo ma più spensierato del primo disco, serve a Olivia per allontanarsi dallo struggimento romantico che aveva fatto da filo conduttore in Sour: l’artista è cresciuta e ha preso consapevolezza - dei meccanismi dello show biz in primis - e non ha paura a raccontarlo in dodici tracce che spaziano dal pop anni Novanta a sonorità indie rock britanniche.

GUTS, UNA PORTA SUL MONDO DI OLIVIA RODRIGO

Dopo il successo astronomico e l’ascesa verso vette inaspettate in cui l’aveva lanciata Sour, Olivia Rodrigo rifiuta di conformarsi a un sistema che la vorrebbe confezionare come la pop star patinata alla Dua Lipa. Registrato nello stesso studio-garage del primo album (rifiutando di mettersi all’opera negli studi stellari di Los Angeles), Guts mette a nudo le fragilità della cantautrice: dalla difficoltà a rassegnarsi ai cliché dell’industria statunitense alla trappola di perdersi tra serate a bere “con la gente giusta del giro” a discapito delle amicizie di una vita. Immancabile l’amore, lo aveva anticipato anche il primo singolo "Vampire": la quota ballad strappa lacrime in Guts è alternata da canzoni in cui la star si ricorda di avere solamente vent’anni, e il grande amore che le aveva spezzato il cuore e le aveva fatto vincere tre Grammy Awards adesso è solo il ricordo – o, al massimo, l’ex con cui fare ancora un ultimo errore – cantato in “bad idea, right?”. A chiudere il disco è “teenage dream”, la “Drivers License” di questo secondo capitolo.

LE INFLUENZE NEL NUOVO DISCO

Se con Sour avevamo pianto ricordando amori passati, Guts è un viaggio più variegato nel mondo di Rodrigo. Sonorità diverse, Olivia abbandona le strumentali per concentrarsi su quel sound pop rock già sperimentato con “Brutal” due anni fa. Le influenze musicali sono chiare: il mondo dell’indie rock britannico, le icone pop degli anni Novanta e il punk femminista che la madre le faceva ascoltare da bambina. Non mancano però brani che ricordano, per melodia e costruzione dei testi, l’ex fata madrina Taylor Swift: con il suo album d’esordio infatti Olivia era finita al centro di una querelle legale per il mancato riconoscimento dei crediti per la somiglianza tra la sua “Deja Vu” e “Cruel Summer” della Swift. Le due si ritroveranno ai VMAs 2023: Olivia è stata annunciata tra i performer della serata, mentre Taylor è l’artista con più nomination ai Music Awards di quest’anno. Forse sarà la serata giusta per dichiarare la pace.