23 gennaio 2022, ore 12:05
  agg. 24 gennaio 2022, ore 18:17

La narrativa italiana non ha più niente da proporre?

È ormai sempre meno allettante il settore di narrativa contemporanea italiana nelle librerie, specie per i giovanissimi. Gran parte degli autori nostrani, infatti, si trincera dietro un’idea di letteratura sorpassata, poco attuale, che spesso si concretizza in tematiche poco accattivanti o abusate e in scelte stilistiche leziose e altisonanti. Tuttavia, a ben vedere, le buone proposte non mancano. Oltre ai recenti successi pescati dalle selezioni del Premio Strega Giovani, dalle quali abbiamo visto emergere penne molto apprezzate dalla generazione Z quali quella di Jonathan Bazzi e Giulia Caminito, basta scavare un po’ a fondo per trovare testi e autori da tenere d’occhio. Uno di questi è senz’altro Marco Peano, editor per la casa editrice Einaudi, che ha esordito nella narrativa nel 2015, per minimum fax, con il romanzo L’invenzione della madre, successo di pubblico e di critica. In questa fortunato romanzo, Peano fa sanguinare il rapporto più antico e affascinante del mondo: quello tra madre e figlio. A sigillarne il successo, il Premio Volponi opera prima e il Premio Libro dell’anno Fahrenheit. L’invenzione della madre ha affascinato anche oltre i confini nazionali, conquistando anche Annie Ernaux, la quale si è espressa in questo modo: «Era da tempo che non leggevo un romanzo così bello, di una tal evidenza di bellezza che quasi ci si dimentica che si tratti di un rigoroso lavoro di scrittura».

Il 19 gennaio è uscito il suo nuovo, promettente romanzo: Morsi.


Morsi

Rompendo le abitudini del romanzo italiano, Morsi incrocia romanzo di formazione e atmosfere gotiche, quasi horror. Tutto, nella trama, fa venir voglia di svelare il mistero: un paesaggio innevato, un paese di montagna apparentemente estraneo allo scorrere del tempo, dei giovani ragazzi, Sonia e Teo, figure complementari, che devono fare i conti con qualcosa che è accaduto, e che condiziona la loro vita, come quella di tutti. Una presenza importante è la scuola, come ha raccontato lo stesso autore ai microfoni di RTL 102.5 News: “La scuola doveva esserci per forza, perché è spesso uno dei primi traumi che ciascuno di noi ha sperimentato […]. La scuola è anche la prima prova per i ragazzi per cimentarsi nel mondo, in compagnia di altri”. Al centro, dunque, i temi della crescita e della paura: i più vecchi, ma anche i più difficili da maneggiare. A venirgli in aiuto, sicuramente, l’esperienza lavorativa all’interno di Einaudi in qualità di editor: “Faccio un lavoro meraviglioso, si impara tantissimo sul campo. È un’occasione bellissima perché leggere i libri degli altri te li fa leggere con un certo occhio, ma vuol dire anche essere molto esigenti verso se stessi: come il chirurgo non può operare se stesso, l’editor non può editare se stesso […]. È sempre emozionante trovarsi dall’altro lato della barricata”.

Ascolta l'intervista completa a Marco Peano su RTL 102.5 Play