Real Madrid, Vinicius jr decide la finale di Champions League: il simbolo della perseveranza della Generazione Z

Classe 2000, sembrava ad un passo dall’addio l’anno scorso. Ma la sua forza di volontà (con Ancelotti) ha fatto la differenza

Il Real Madrid ha vinto la Champions League 2021/22. Il successo per 1-0 in finale contro il Liverpool ha regalato al club spagnolo la vittoria numero 14 nella competizione più importante a livello calcistico in Europa.

A regalare il trionfo ai Blancos è bastato un guizzo del talento brasiliano Vinicius Junior, al quarto gol in questo percorso in Champions League.

Si tratta di sicuro del momento più importante della parabola del talento brasiliano con la maglia del Real Madrid, che ha passato diversi alti e bassi prima di vivere questa stagione da protagonista.


Chi è Vinicius Junior

Vinicius José Paixao de Oliveira Junior nasce il 12 luglio 2000 a Rio de Janeiro. Muove qui i primi passi calcistici, crescendo nelle giovanili del Flamengo. L’esordio con i rossoneri di Rio lo fa ancora minorenne, da predestinato. Due giorni dopo firma il suo primo contratto da professionista, con una clausola rescissoria da 45 milioni di euro.

Una cifra importante, che fa capire la considerazione di uno dei più importanti talenti del Sudamerica. Un clausola che non sfiducia il Real Madrid dal puntare sul suo talento per il futuro dei Galacticos.

Florentino Perez investe per il presente e il futuro su Vinicius jr, che però all’inizio paga lo scotto dell’ambientamento.

L’arrivo di Vini jr al Real Madrid

Il salto dal calcio sudamericano a quello europeo è sempre difficile da assimilare per i giovani talenti. Se si arriva in una realtà importante come quella del Real Madrid, i primi passi possono pesare il doppio rispetto a qualsiasi altro ambiente.

Il giovane Vinicius, talentuoso quanto inesperto, non riesce a lasciare il segno a livello tecnico e tattico ma, ancora più importante, non riesce a farsi spazio nello spogliatoio. È diventato virale il video in cui, in un tunnel degli spogliatoi (28 ottobre, intervallo del match con il Borussia Moenchengladbach), Karim Benzema dice ai compagni di non passare il pallone al giovane brasiliano.

Sembrava potersi chiudersi così l’avventura "blanca" di Vinicius jr, che però ha avuto la maturità e anche la lucida testardaggine, di continuare a lavorare e a faticare per meritarsi una delle maglie più ambite di tutta Europa. Per dimostrare di meritarsela. Con la fame della ‘Generazione Z’.

La seconda vita da trascinatore

Tutto cambia, soprattutto, con Carlo Ancelotti. Un allenatore capace di gestire i campioni e di far crescere i talenti grezzi. Vinicius, che fa parte di questi ultimi ma può diventare un top, si mette a disposizione dell’allenatore con più Champions League vinte – contando questa "decimo quarta" con il Real – e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Gol, sgroppate palla al piede e assist. Anche e soprattutto per quel Benzema che da nemico interno è diventato il miglior partner offensivo possibile. Tra i due corrono 13 anni ma l’intesa mentale è totale, soprattutto quanto la posta in palio si alza.

Un gol in una finale di Champions non è cosa da tutti i giorni, soprattutto a 21 anni. Per Vinicius è il premio dopo un percorso professionale e umano. E chissà, se invece di perseverare avesse mollato…



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