08 febbraio 2023, ore 18:20

Rosa Chemical a Sanremo 2023 con la canzone “Made in Italy”
PHOTO CREDIT: Agenzia Fotogramma.it

"MADE IN ITALY": GENESI DEL BRANO

Per il suo debutto all’Ariston, Rosa Chemical (Manuel Franco Rocati all’anagrafe) ha le idee chiare: “portare un messaggio di libertà contro ogni tipo di discriminazione, per promuovere l'uguaglianza e il rispetto”. Artista eclettico, sfrontato, difficile da categorizzare, Rosa Chemical è probabilmente la quota esplosiva di questo Festival, la cui detonazione scuoterà e farà discutere “le famiglie riunite a tavola”. "Made in Italy", scritto con Paolo Antonacci, è un azzardo che ci ricorda l’audacia di Achille Lauro su quello stesso palco. L’audacia di chi si è lavato via di dosso il timore reverenziale nei confronti dell’istituzione (perché Sanremo questo rappresenta) per creare dibattito, cercare un’apertura mentale che dimostri dove le nuove generazioni possono arrivare in termini di inclusione. Dopotutto, è proprio la sua natura ribelle che Amadeus ha voluto accogliere. Ha dichiarato infatti l’artista, riguardo la sua partecipazione al festival: "non e' iniziata con Made in Italy. Avevo presentato altre due canzoni, ma non erano abbastanza Rosa Chemical per chi di dovere. Si aspettavano il mio lato un po' ribelle, un po' casinista. Mentre quei brani erano più ‘facili”. Nell’atmosfera giocosa di strofe accattivanti e ritmo dance con un tocco gipsy, Rosa Chemical invita ad abbracciare ogni forma di diversità, prendendo in gioco i cliché, i luoghi comuni e i pregiudizi “made in Italy”, portandoli al punto di rottura.


MADE IN ITALY: SIGNIFICATO DEL BRANO

Questo brano, ha raccontato Rosa Chemical, ”nasce dalla voglia di esprimere quello che ho dentro, trattando l’amore contemporaneo che non e' solo quello della famiglia tradizionale composta da padre e madre o del tradimento solo come atto sessuale con un'altra persone. Sentirsi dire che amore e sesso sono cose diverse e' un messaggio forte, come anche quello di avere genitori dello stesso sesso: io sono stato cresciuto da mia madre, ma se fossero state due sarebbe stato anche meglio. Non so cosa aspettarmi dal pubblico, come reagirà: spero solo che abbia voglia di capire, di immedesimarsi in qualcosa di nuovo, di infrangere i tabù”.

Canzoni come queste ci ricordano quanta distanza ci sia ancora oggi tra la realtà, variegata e libera (“ti piace/che sono perverso e non mi giudichi/se metterò il rossetto in ufficio lunedì”; “da due passiamo a tre/più siamo e meglio è”), e la morale dominante. A questo proposito, "Made in Italy" calpesta tutto ciò che vuole stringere l’esperienza nella censura, nello stereotipo, nel politicamente corretto. Con delle premesse così chiare, non sorprende che "Made in Italy" abbia già fatto discutere ai piani alti negli ultimi giorni. Eppure, voler veicolare messaggi di libertà, accettazione e inclusione dovrebbe essere obiettivo condiviso nel 2023.