Sanremo 2024: urban, disco e Generazione Zeta. Tutto sui brani in gara
Enrico Galletti e Francesco Fredella hanno ascoltato a Roma e Milano tutte le canzoni del Festival di Sanremo 2024
di Francesco Fredella ed Enrico Galletti
Amore e ancora amore, declinato un po' in tutte le forme: nostalgia e riscatto, desiderio e distacco. Nei testi delle canzoni del Festival di Sanremo 2024 - che abbiamo ascoltato questa mattina nell'anteprima riservata alla stampa - sono i sentimenti a farla da padrona.
Trenta brani che nel complesso convincono, con i soliti picchi evidentemente rivolti verso l'alto e verso il basso. Ci si fa un'idea dei brani che faranno strada, ma è difficile - al primo ascolto - scommetterci. Niente rock (con l'eccezione Bertè). Ed è lo stesso Amadeus ad ammettere che "dopo il trionfo dei Maneskin, non si sono più presentate band rock". Nemmeno "spulciando" tra 700 brani ricevuti e ascoltati dal direttore artistico.
"Il mio obiettivo resta quello di portare l'attualità discografica sul palco dell'Ariston", ammette Amadeus, a meno di un mese da un festival che ancora una volta vede consolidarsi quella tendenza di "svecchiare" o - per dirla meglio - di far parlare nuovi linguaggi, nuova musica, nuovi artisti, per abbracciare anche la Generazione Zeta. Con la "consapevolezza che - ha detto Amadeus - artisti come Lazza alla fine sono finiti per far ballare figli, genitori e nonni". Molta discoteca, molto urban, molto groove. Sarà, musicalmente parlando, un Festival giovane e di qualità
TUTTE LE CANZONI IN GARA
Si inizia con Clara. Il suo brano Diamanti Grezzi è in perfetto stile generazione Zeta. Forte Ritmo. Si balla e si canta dalla prima nota.
Poi arriva Diodato, che ha vinto Sanremo nel 2020. La sua Ti muovi è in perfetto stile Sanremo. La voce di Diodato è inconfondibile, un crescendo di emozioni e musica.
È la volta di Mahmood. Mahmood che, con la sua “Tuta gold”, è semplicemente (ma straordinariamente) Mahmood. Preparatevi a cantarla dopo i primi due ascolti.
“Finiscimi” di Sangiovanni, amatissimo dai ragazzi (se di recente ha debuttato come attore in Vita da Carlo) è una canzone romantica. La sua voce e lo stile sono riconoscibili sin dalla prima nota e dalla prima strofa.
E poi arriva il momento di Loredana Bertè con Pazza. Tenete in serbo tutte le energie per il suo pezzo. “Pazza” è il titolo del brano che porta a Sanremo 2024. “Prima ti dicono basta sei pazza, e poi ti fanno santa”. Ecco. Il brano è tutto racchiuso in questa frase. E’ la Berte: geniale, rocker, amante del ritmo. Con questa canzone ci si immerge nel mondo di Loredana sin dalle prime note. La sua voce tagliente entra subito nel cuore di chi ascolta. Ritornello che resta in testa.
I Bnker44 arrivano da Sanremo Giovani. Con Governo punk arrivano al Festival in pieno stile Gen Z. E’ la loro prima volta a Sanremo.
Il pianoforte. Ed è subito Alessandra Amoroso con la sua eleganza vocale inconfondibile. “Sarà che questa vita non la prendo mai sul serio”, canta la Amoroso con una tonalità inarrivabile per i comuni mortali. Ma lei è un vero talento.
Fred De Palma canta Il cielo non ci vuole e parla d’amore fra rimpianti e promesse. Ritmo crescente dalla prima nota. Tenete d’occhio il ritornello.
Torna Fiorella Mannoia in un pezzo - Mariposa - che detta il ritmo sin dalle prime note. E a un certo punto si fa anche retrò. Grande ritorno. La potrete cantate e ballare abbinando la poesia profonda del testo. “Mi chiamano con tutti i nomi che mi hanno dato”, canta Fiorella. Inconfondibile.
E poi I The Kolors con Un ragazzo una ragazza. Dopo la vittoria al Power hits di Rtl102.5 tornano al Festival. C’è ritmo, c’è una storia d’amore e c’è la retrospettiva di un brano che diventerà tormentone. I The Kolors si preparano a “bissare” il successo di quest’estate con Italodisco.
Emma con Apnea torna al Festival. Il ritornello, ritmato e crescente, consegna a Sanremo un brano diverso, nuovo, rispetto al repertorio di Emma. Non manca l’amore, nonostante il ritmo, nella canzone.
Da Sanremo Giovani arrivano i Santi Francesi (che hanno partecipato a X Factor). Il percorso a Sanremo giovani li ha fatti maturare e sono prontissimi per calcare il palco più importante. Il titolo è l’amore in bocca. Molto spazio alla parte strumentale, ai violini, con una voce profonda della band. “Mi hai lasciato con l’amore in bocca senza farlo apposta”, cantano.
Con Click boom! di Rose Villain è impossibile non scatenarsi. Rosa Luini mette nel suo testo una vera e propria dedica, molto più profonda di un semplice click. La voce, che aumenta tonalità, scrive le prime note della canzone. Poi arriva la parte ritmata.
Giuliano Sangiorgi con Ricominciamo tutto arriva a Sanremo. I Negramaro, dalla prima nota, assicurano un brano romantico con un arrangiamento e un testo da pelle d’oca.
Per Bigmama è la prima volta al Festival. Arriva all’Ariston con La rabbia non ti basta ed è subito disco. C’è ritmo dalle prime battute. “Ma adesso sono un’altra, la rabbia non mi basta”. Preparatevi a ballarla.
Francesco Renga e Nek per la prima volta insieme a Sanremo con Pazzo di te. Il duo ci ha abituato a grandi performances musicali. Tenetevi pronti ad un brano che s’inserisce perfettamente nella tradizione del Festival.
Ghali con Casa mia arriva a Sanremo. Anche in questo caso ritmo crescente. “Il prato è verde, più verde, più verde. Il cielo è blu blu blu…”, canta Ghali.
Irama torna a Sanremo per la terza volta con Tu no, un brano dolce con i verbi al passato che guardano inequivocabilmente a una relazione forte. Un acuto iniziale apre il brano. Il peso specifico della voce affida al brano un’importante quota. Poi c’è strumentale, arrangiamento di archi e piano.
Angelina Mango, che ha spopolato in radio negli ultimi mesi, porta tutta la sua energia e freschezza in un brano - La noia - che a dispetto del titolo farà decisamente te divertire. Il suo stile lo riconosci subito. C’è tanto ritmo ed una retrospettiva musica che, grazie al mandolino, ti rimanda alle atmosfere napoletane.
Napoli, prima di tutto. Nel brano di Geolier, che s’intitola I p’me, tu p’te, c’è ritmo e poesia. Tutto calibrato con la sua voce, che fa la differenza sempre.
Maninni, nella sua “Spettacolare”, mette insieme amore e un pizzico di speranza. Passando per estati “che ti cambiano per sempre”, la forza di un abbraccio e i dischi belli “che non scordi più”. Il suo sicuramente farà fare a tutti più di un pensiero sulle immagini migliori della propria vita. Al Festival porta con sé la vecchia scuola sanremese guardando al cantautorato italiano nel suo brano. L’avete visto nell’edizione numero 16 di Amici.
La Sad con Autodistruttivo partecipa al Festival. I La Sad portano la loro “Autodistruttivo”. Qui si parla di delusioni, destino, voglia di sentirsi vivi. Ci sono i cuori di plastica e c’è la tristezza di chi non riesce più a fidarsi degli altri. Messaggio che vuole essere profondo. Ritmo che, certo, non manca.
Il pianoforte apre il brano di Gazzelle, che s’intitola Tutto qui. Romantico, ma moderno allo stesso tempo: ossimoro. C’è l’immancabile riferimento a Roma nord. Canterete il ritornello. Canzone perfetta per un concerto: sembra fatto apposta per vedere i fan cantarlo con i cellulari in mano.
Annalisa con Sinceramente arriva a Sanremo. Intro ritmato, che resta in mente. Si balla e si canta facilmente. C’è una retrospettiva del passato che s’avverte in qualche passaggio.
Ed è il momento di Alfa, uno degli artisti più amati dalla Gen Z, conduttore di Radio Zeta. La sua canzone s’intitola Vai! La sua voce riesce a mischiare ritmo e poesia. Bella la trovata del fischio all’inizio, unito alla chitarra: un must da sempre. Il ritornello trasmette positività. La canteranno tutti.
Il volo, che ha vinto un Festival, torna con una canzone pop. Poco lirica nella parte iniziale. Rispecchia la tradizione del Festival. Nel ritornello c’è tutta la potenza vocale del trio.
Da giudice a giudicato. Reduce dall’ultima edizione di X Factor, Dargen D'Amico porta a Sanremo “Onda alta” che alta lo è anche dal punto di vista del ritmo. Conviene immaginarlo sul palco in tenuta da capitano all’arrembaggio, occhiali da sole e inconfondibile verve. Si parte con il ritmo. Dance pura, che scardina i retaggi del Sanremo melodico di un tempo.
Il Tre con Fragili partecipa al Festival. Molto pop nel ritornello con una quota rap nell’intro.
Mr Rai con Due altalene porta al Festival la poesia con un brano orchestrale. La sua voce dà spessore alla canzone. Torna la pioggia e ci sono “Due altalene” a dominare questo brano in cui la dolcezza si mixa con le cicatrici di una perdita. E’ al suo secondo festival dopo il podio dello scorso anno. Immaginiamo già la coreografia sul palco dell’Ariston.
Si chiude l’ascolto dei trenta brani con I ricchi e poveri, Ma non tutta la vita è la loro canzone. Che confusione non manca nel testo. Ed è subito operazione rewind. Sono loro: i ricchi e poveri. Da ballare e cantare. Sarà un successo.