25 novembre 2020, ore 20:23 , agg. alle 21:08
Roberto Rendina
di Roberto Rendina - Speaker


Se n’è andato Diego Armando Maradona, il mondo del calcio piange il Pibe de Oro

Un nome che non ha bisogno di presentazioni: un’icona globale, conosciuto in tutto il mondo del pallone e non solo. Argentino di nascita e napoletano d’adozione, Diego Armando Maradona, il “Dio del Calcio” è morto a 60 anni a causa di un attacco respiratorio nella sua casa a Tigre, zona alla periferia di Buenos Aires, dove si era trasferito dopo essere stato dimesso dalla clinica dov'era stato operato al cervello.


La favola del Pibe 
Figura a volte controversa per la sua personalità eccentrica dentro e fuori dal campo, ha fatto la storia del calcio segnando una generazione di tifosi e non solo. Simile ad un eroe romantico, arriva in Italia per trascinare gli azzurri del Napoli all’assalto dello strapotere rappresentato dalle squadre del Nord che negli anni ’80 dominavano il calcio italiano. La favola de El Pibe de Oro si concretizza con quello scudetto alzato al cielo nel campionato 1986-1987, il primo per i partenopei, guidati dalla classe e dalla genialità e di quel ragazzo definito “un barilotto grassottello” dal portiere del Boca Juniors Hugo Gatti durante una sfida ai tempi in cui militava nella Primera Liga Argentina con l’Argentinos Juniors subito prima di vedersi rifilare 4 gol dal futuro Dios .
Idolo del passato, leggenda del presente
Chi ha vissuto il Maradona calciatore lo ha amato da tifoso e temuto da avversario ma soprattutto ne ha tramandato il ricordo a chi non ha avuto la fortuna di vederlo dal vivo mentre dipingeva calcio con i piedi come pennelli e il campo da gioco come tela. Noi ragazzi siamo cresciuti sentendo i racconti di chi c’era, guardando gli occhi dei nostri padri inumidirsi al solo ricordo delle gesta di colui che è stato, per molti, più di un semplice calciatore e rivedendo i video e ascoltando la voce di Víctor Hugo Morales, telecronista argentino, durante la telecronaca dei quarti di finale del mondiale di calcio di Messico 1986 quando Maradona segnò il "Goal del Secolo".


Il rivale e l'erede 

"Triste perdere amici in questo modo, ma giocheremo in cielo insieme un giorno. Il mondo dice addio a una leggenda" queste le parole con cui ha voluto salutarlo Pelé, O’ Rey, l’altro gigante del mondo del pallone con il quale spesso il Diez argentino è stato paragonato pur avendo vissuto epoche calcistiche differenti. “Un giorno molto triste per tutti gli argentini e per il calcio. Ci lascia ma non va, perché Diego è eterno. Mi tengo tutti i bei momenti vissuti con lui” il ricordo di Lionel Messi, che da Maradona ha ereditato il 10 dell’Argentina, un numero che ora peserà ancora di più sulle spalle della Pulce di Rosario


Luci al San Paolo 

Stanotte le luci del San Paolo rimarranno accese, illuminando quel rettangolo verde così come fece Dios con i lampi delle sue giocate. Un modo per la città di Napoli per salutare il più grande calciatore che la città abbia mai avuto, ma la luce di Dios rimarrà sempre accesa nel cuore di chi ama e amerà il gioco del calcio.