Sempre più studenti lavorano durante l'università, ecco gli ultimi dati
Il rapporto AlmaLaurea si sofferma sul mercato del lavoro dopo la laurea.
Sempre più studenti lavorano durante l'università. La notizia arriva dal rapporto Almalaurea e il dato positivo è legato alla salita del tasso di occupazione post-laurea. C'è poi un altro elemento da non sottovalutare: Scienze motorie e sportive o Scienze della Formazione fanno registrare l'occupazione studentesca più alta: oltre l'80% degli iscritti lavora nel corso degli studi.
Studiare e lavorare, oggi più che mai, non è più impossibile. Per anni intere generazioni hanno lavorato mentre sudavano il titolo di dottore (tanto ambito). Oggi, secondo uno studio di Skuola.net, il 64% del totale lavora durante gli anni dell’università. Ed il 49,8% dei laureati lavora ad intermittenza oppure a tempo parziale. Altro dato: il 30,3% svolge avori occasionali o stagionali, il 19,5% lavora part-time.
QUALI SONO LE FACOLTA' CHE PERMETTONO DI LAVORARE SUBITO?
Sempre dall'ultimo studio, sarebbero due le Facoltà universitarie che aiuterebbero gli studenti a trovare subito lavoro: si tratta di Scienze Motorie ed Educazione e Formazione. La percentuale di lavoratori-studenti a tempo pieno è più alta per questi corsi di laurea: per quanto riguarda Educazione e Formazione si parla del 30,6%, il 25,3% per Scienze motorie.
LE PAROLE DEL DIRETTORE DI SKUOLA.NET
Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, commenta:
"Se un tempo lavorare e studiare all'università era considerata una condizione sfavorevole, oggi paradossalmente si sta trasformando in un vantaggio. Infatti, in un mondo del lavoro sempre più complesso, in cui una laurea è solo una parte del bagaglio di competenze richieste ad un candidato, avere esperienze di lavoro durante gli studi, sebbene possa rallentare il percorso accademico o chiedere maggiore impegno per restare al passo, può risultare determinante per imparare a trovare un collocamento dopo il conseguimento del titolo. Certo, sarebbe meglio che le esperienze fossero coerenti con il percorso accademico. Tuttavia anche “andare fuori tema” può comunque giovare a sviluppare le tanto richieste soft skills, le competenze trasversali, buone per ogni lavoro”.