29 luglio 2025, ore 17:00

Quello dei videogiochi è un mondo che vive di costanti evoluzioni, e talvolta anche di rivoluzioni. Il compito che si è dato dalla citatissima “notte dei tempi” l’intera industria, d’altronde, richiede la giusta dose di conservatorismo e di progressismo nelle giuste dosi. Mai dimenticare da dove si arriva, ma al contempo mai dimenticare la meta verso cui si è protesi.

Uno sforzo costante che negli ultimi tempi ha portato il mercato videoludico ad accogliere sulla scena progetti inediti di indubbio valore. Produzioni del calibro di “Death Stranding”, “Elden Ring” e “Clair Obscur: Expedition 33”, giusto per fare alcuni nomi tra quelli di più recente approdo sugli scaffali.

È ovvio che ogni grande novità erediti (più o meno indirettamente) però almeno qualche elemento della formula di gioco dai grandi classici. Quei titoli che la storia dei videogiochi l’hanno scritta, decenni e decenni addietro. E quando si parla di “storia dei videogiochi” il pensiero vola ai classici senza tempo, da “Pong” a “Space Invaders”, da “Tetris” a “Pac-Man”. E proprio quest’ultimo, negli ultimi giorni, è tornato nuovamente sugli scudi.

Con quarantacinque anni di esperienza sul groppone e una sequela di titoli all’attivo, l’iconico personaggio di Bandai Namco ha intrapreso una strada tanto inedita quanto coraggiosa con “Shadow Labyrinth”. Un gioco che prende gli elementi che hanno reso Pac-Man un punto di riferimento per l’industria e li rielabora in una chiave diversa ma che comunque, in qualche modo, strizza l’occhio alle dinamiche ludiche originali



PAC-MAN CAMBIA PERCHÉ NULLA CAMBI

In Shadow Labyrinth i giocatori sono chiamati a vestire i panni dello Spadaccino n.8, un personaggio che si risveglia in un mondo desolato. A tenergli compagnia PACC, un compagno d’avventure misterioso ma dai connotati molto familiari che sarà al suo fianco mentre si lotta per la sopravvivenza. Una sfida tutt’altro che semplice, considerando gli ostacoli che gli sviluppatori hanno messo sulla strada degli utenti. Come le creature dalle diverse caratteristiche estetiche e relative alle abilità combattive che proveranno a rendere molto ostico il cammino.

Un gioco che si discosta quindi in maniera sostanziale dalle labirintiche dinamiche ludiche dell’originale Pac-Man - che viveva di elementi da mangiare e di fantasmini da cui fuggire - andando ad abbracciare un genere specifico: quello dei “metroidvania”. Parliamo quindi di un gioco in 2D a scorrimento laterale che trae ispirazione dai franchise di “Metroid” e “Castlevania”. Un mash up di dinamiche ludiche che ha ispirato tantissimi studi di sviluppo che, con i giusti strumenti, hanno dato vita a storie narrativamente coinvolgenti e che si articolano in ambientazioni fortemente ispirate sotto il profilo del level design.

Shadow Labyrinth prende quindi tutto quanto il genere di riferimento ha da offrire, restituendo un’esperienza di gioco dal forte impatto stilistico dettato da atmosfere dark che creano un po’ un ossimoro con quello che è lo spirito classico del franchise, dai contenuti tipicamente “morbidi”. Tra esplorazioni e battaglie sarà un susseguirsi di eventi ludici sempre in grado di tenere alta l’attenzione dei giocatori.


Shadow Labyrinth, Pac-Man si rifà il look con tinte dark
PHOTO CREDIT: Shadow Labyrinth, Bandai Namco


ESPERIMENTI AUDACI E DOVE TROVARLI

Un esperimento sì audace quello di Shadow Labyrinth, ma che dimostra come, anche nel 2025, si possa ancora osare in quanto a sviluppo di videogiochi differenti. In fin dei conti, come dimostra Bandai Namco con questo titolo, non serve poi andare troppo in là con la fantasia per riuscire nell’intento di alimentare la fame di novità della community.

Basta prendere dinamiche ludiche assolutamente rodate e convertirle nel rispetto delle piattaforme di gioco della generazione corrente. Sfruttandone le potenzialità in termini di potenza computazionale offerta. Il risultato, mixando gli elementi nella giusta quantità, può essere in grado di sorprendere anche più di quanto non sarebbe in grado di fare un blockbuster videoludico con alle spalle investimenti faraonici. E questo titolo ne è la prova lampante, come evidenziato nella nostra run su Nintendo Switch.

Shadow Labyrinth è quindi il giusto compromesso tanto per i nostalgici di Pac-Man (che siano però aperti a una visione innovativa rispetto al franchise) quanto ai videogiocatori più giovani che magari, proprio grazie a questo titolo, saranno spronati ad andare a ritroso a riscoprire questi e altri classici che hanno scritto la storia dei videogiochi.