06 maggio 2025, ore 10:30

Quello del Comicon 2025 di Napoli è stato, come da consuetudine, un grande momento per tutti gli appassionati di fumetti, videogiochi e tutto ciò che concerne la cultura pop. Una kermesse che fa dell’aggregazione uno dei suoi pregi più importanti, unitamente anche alla possibilità di incontrare autori internazionali altrimenti inarrivabili.

Tante le superstar che hanno affollato i padiglioni della Mostra d’Oltremare di Napoli dal 1 al 4 maggio, in una quattro giorni molto intensa. E tra i più attesi c’era sicuramente Boichi, mangaka coreano reso celebre dai suoi lavori su “Sun Ken Rock” e “Dr. Stone”. E ovviamente abbiamo citato soltanto alcune delle opere di un artista attivo da oltre un trentennio, dai primi anni ’90.

Un artista sempre pronto a mettersi alla prova, come dimostra la recente performance nel primo volume di “Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse”, la nuova serie che arriva in Italia grazie a Star Comics e che lo vede al fianco di Inwan Youn in un progetto che si preannuncia tanto interessante quanto ambizioso. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Boichi per saperne di più.


“SUPER STRING: MARCO POLO'S TRAVEL TO THE MULTIVERSE”, I DIETRO LE QUINTE DELL’OPERA

Arrivi al Comicon Napoli 2025 con una nuova serie da te magistralmente disegnata, “Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse”. Ti va di raccontare in poche parole ai nostri lettori di cosa si tratta?

“Certo, “Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse”è un'opera che fa parte di un multiverso che appartiene al progetto “Superstring” della Y-Lab. Questo progetto si basa principalmente sulla distruzione dell'umanità - a livello di trama - un tema che appunto viene ripreso all'interno di “Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse”. E Marco Polo, in questo multiverso, ricopre un ruolo molto importante, perché è colui che si impegna per salvare l'umanità dalla distruzione.

Io lavoro in Giappone, ma ho deciso di collaborare a questo progetto globale che ha radici coreane proprio in onore della mia patria.”


Un personaggio che in sostanza ha rappresentato un anello di giunzione importante tra cultura orientale e occidentale Come è stato per te rielaborarlo come protagonista di una storia a fumetti?

“In realtà anche già a partire da “Sun Ken Rock”, che è una delle mie prime opere, avevo disegnato un personaggio che avesse delle radici italiane. Questa volta mi sono ritrovato a essere incaricato di disegnare nuovamente un personaggio italiano e quindi ero davvero eccitato, mi è piaciuto tantissimo disegnare un personaggio che avesse delle radici italiane come Marco Polo.”


Come è stato proiettarsi in questa nuova sfida con la lunga run su Dr.Stone? E c'è qualcosa che porti in note artisticamente in Superstring Marco Polo's Travel to the Multiverse?

“Quest’opera è stata pubblicata in forma di webtoon. Quando si pubblicano webtoon, questi hanno uno stile artistico ben definito. Però in questo caso non ho seguito quella linea che viene spesso utilizzata all’interno di questa tipologia di opere – in Corea, ad esempio – ma ho utilizzato una linea artistica che rispecchiasse quella usata in Dr. Stone. Una scelta di stile, quello nello specifico, che torna all’interno di quest’opera.”


“Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse”, la nuova sfida artistica per Boichi dopo Dr. Stone
PHOTO CREDIT: “Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse” di Boichi e Inwan Youn, Star Comics


“SUPER STRING: MARCO POLO'S TRAVEL TO THE MULTIVERSE”, LA “SOFFERENZA” DI BOICHI

Ci racconti un aneddoto o una curiosità dietro al tuo lavoro su quest'opera?

“Ho “sofferto” molto nel disegnare quest’opera, perché innanzitutto in ogni episodio i personaggi cambiano. È un multiverso, quindi se pensiamo per esempio agli Avengers della Marvel, ognuno di loro ha un’opera - un film, un fumetto - dedicata. Anche in questo caso il fumetto è uno, ma in ogni episodio compare un personaggio diverso, compaiono mostri, cambia ad esempio anche l’ambientazione. Quindi ho “sofferto” tanto – inteso nel dispendio di energie, che sono state tante – nella realizzazione di quest’opera. Anche perché comunque avevo in mente di realizzare un’opera che aderisse ai trend globali. Che fosse un qualcosa che comunque globalmente potesse essere facilmente accettata.

Un altro motivo di “sofferenza” è stato che in opere passate le tecnologie di illustrazione – quindi relativamente all’aspetto grafico – erano il 10/15%. In quest’opera ogni personaggio, ogni dettaglio, i vestiti, l’ambientazione, ha una specie di CGI, delle tecnologie in Computer Grafica specifiche per il disegno, che entrano in gioco nella realizzazione di determinati elementi della scenografia, per ogni vignetta. E quindi se tra le mie opere ne volete una che è veramente ricca di elementi che sono stati realizzati con tecnologie specifiche per il disegno, questa è proprio “Super String: Marco Polo's Travel to the Multiverse”.”