29 aprile 2021, ore 17:51
  agg. 16 dicembre 2021, ore 09:05

Alberto Cotta, classe ’95, lo conosciamo da qualche anno anche grazie al suo EP "Piccoli Boati". Oggi è tornato con un nuovo singolo: è Tananai il nostro ospite in Collettivo Zeta!
Tananai, da dove arriva questo nome d’arte? “Da mio nonno, è stato il primo nomignolo che mi è stato affibbiato da lui. Vuol dire casinista, piccola peste. Da piccolo rompevo i bicchieri, nella loro cucina, mi piaceva il suono delle cose che si rompevano”.
Qualche tempo fa ti dedicavi un po’ di più all’elettronica, poi è uscito “Piccoli Boati” il tuo primo EP, molto più introspettivo. Ora il tuo ultimo singolo ha un sound un po’ più aggressivo. “Si, prima ero un produttore di musica elettronica, poi mi sono stufato ed ho pensato di cominciare a cantare e scrivere: è stata una cosa che mi è piaciuta molto. ‘Piccoli Boati’ era un modo per imparare a scrivere, mi sono focalizzato molto di più sul testo. Dopo l’esperienza con questo EP e la musica elettronica ho fatto pace con un po’ di cose, ora il sound è molto diverso”.



“Baby Goddamn”: il nuovo singolo di Tananai

Fuori il 26 Marzo, “Baby Goddamn” è il nuovo singolo di Tananai

Che cosa vuol dire il titolo? “Vuol dire ciò che sembra: tutto e niente. È un urlo liberatorio: il concetto era quello di fare un po’ un inno da stadio, qualcosa che possa essere urlato. Questo pezzo è un pezzo di rottura, abbiamo deciso di farlo uscire per far capire che sto attraversando un’altra fase rispetto ai miei precedenti lavori”.

Il testo di “Baby Goddamn”

Il testo è nato per uscire da questo periodo delicato, per portare un po’ più di allegria. C’è anche qualche frase d’amore. “Si, va bene fare casino, ma se fai casino con una persona che ti fa provare qualcosa è ovviamente più bello. Per la creazione del testo sono partito dal beat, poi sono andato con le parole”.

Il videoclip di “Baby Goddamn”

Nel video sei un Pinocchio impazzito. “Decisamente: abbiamo detto che volevamo divertirci, quindi ci siamo detti di voler tornare bambini. Cosa ci piaceva da bambini? Le fiabe! Ci siamo immaginati come sarebbe stato se i personaggi delle fiabe fossero cresciuti nel nostro contesto, se fossero cresciuti come noi”.



Le domande dei fan a Tananai

Ecco le domande che i fan hanno fatto a Tananai tramite il nostro profilo Instagram ufficiale @radiozetaof.
@monica: a chi dedichi le tue canzoni? Hai il cuore impegnato? “Le canzoni ogni volta vengono dedicate a persone diverse, o magari solo a me stesso. Si, sono fidanzato”.
@montesano: tutte le canzoni che scrivi fanno riferimento ad episodi personali o altro? “Per ora riguardano episodi personali, ho scritto dei pezzi che dovranno uscire che parlano più di altre persone più che di me”.

Giochiamo a “2 parole” con Tananai

È arrivato il momento del gioco! Diego Zappone e Simone Palmieri hanno chiesto a Tananai di rispondere ad alcune domande per conoscerlo meglio.
Se potessi svegliarti domani avendo acquisito una nuova qualità o abilità quale sarebbe? “Gli addominali”.
C’è qualcosa che sogni di fare da tanto tempo e non hai ancora fatto? “Bella domanda… probabilmente la palestra. Scherzi a parte, mi piacerebbe giocare una finale di Champions League e farmi fischiare perché non sono capace”.
Qual è il tuo ricordo migliore? “C’è stato un momento bellissimo della mia vita in cui sono andato in Marocco a giocare a calcio sulla spiaggia, poi ho fatto un giro su un cavallo con la gente del posto completamente a caso. C’era il sole che tramontava sull’oceano, bellissimo”.
Qual è stata l’ultima volta che hai pianto di fronte ad un’altra persona? “Piango tutte le mattine davanti allo specchio, sempre per tornare alla questione degli addominali”.

La canzone della tua vita

Alla fine di ogni intervista, gli ospiti in Collettivo Zeta scelgono una canzone che rappresenti la loro vita.
Tananai ha scelto “In the end” dei Linkin Park.
Perché? “Ho iniziato a fare musica grazie ai Linkin Park, sono stati il primo disco che ho comprato con i miei soldi”.
Grazie Tananai per essere stato con noi! Ti aspettiamo presto nei nostri studi!


Tananai a Radio Zeta: la mia “Baby Goddamn” è un urlo da stadio liberatorio