The O.C. torna a far battere il cuore di un’intera generazione. Tra indie e nerd, sognando la California

In tendenza il teen drama per eccellenza, che racconta gli anni duemila e fa sentire meno soli

Tututurutu tututurutu tututurutu-tutu California here we come”: bastano queste poche note, quelle di California dei Phantom Planet, per riaccendere le emozioni di un’intera generazione. Di pomeriggi magici, nei primi anni duemila, trascorsi davanti alla televisione, con l’attesa che corrodeva ben prima che fosse possibile fare binge watching con le piattaforme di streaming. Ma ora, approdata invece online da qualche tempo, The O.C., uno dei teen drama per eccellenza, torna a conquistare migliaia di ragazzi. Ma se in molti la stanno riscoprendo, qualcuno si è vantato di non averla mai vista: subito è arrivata la reazione arrabbiata dei social, ed ecco che The O.C. è tornata in tendenza. Con il suo mix di malinconia, musica indie, vestiti anni duemila – in voga proprio in questo caldo 2022 – e quei personaggi indimenticabili.

Una serie “amica” che fa sentire meno soli, sognando la California

Quando Josh Schwartz, il creatore di The O.C., ha iniziato a scrivere la serie aveva solo 25 anni. Forse è per questo che è riuscito a cogliere così bene un’età, quella del liceo, con un linguaggio così fresco e friendly. Uno stile che racconta senza giudicare, in cui i primi amori, i primi dolori, le dipendenze, gli interessi e le stranezze di una generazione vengono mostrati senza troppi filtri. A fare da sfondo, le spiagge dorate della California, con la sfavillante Orange County (da cui il nome The O.C.). Il successo della serie risiede forse proprio nel suo aprirci la porta su una vita così lontana da quella tipicamente europea, popolata da adolescenti bellissimi e ricchi, ma che non sono esenti dalle difficoltà universali. E con un corollario di personaggi che ci fa capire che no, non siamo strani come pensiamo.

Seth Cohen, quando il sex symbol è “cringe”

A ribaltare completamente l’universo delle serie per come le avevamo conosciute prima di The O.C. arriva lui: Seth Cohen. Oggi lo definiremmo un nerd un po’ cringe: appassionato di fumetti e videogiochi, è più intelligente della media e proprio per questo finisce spesso in overthinking. È sarcastico, pigro, indolente, dice sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato e a un pomeriggio di giochi in spiaggia preferisce ascoltare musica indipendente nel rifugio della sua cameretta. Emblematica la puntata in cui l’amico Ryan gli chiede di fargli conoscere i suoi amici, e Seth lo porta in un centro anziani, dove gioca a carte con dei simpatici nonnini. Le sue battute sono rimaste iconiche e hanno contribuito a scardinare lo stereotipo per cui un ragazzo che piace dovesse essere necessariamente bello e dannato. Con costanza e dolcezza Seth ci ha fatto sognare conquistando Summer, la sua crush di una vita. E pensate: nella vita l’attore che ha prestato il volto a Seth, Adam Brody, ha sposato Leighton Meester, l’amatissima e bellissima Blair Waldorf di Gossip Girl. Che sia un caso?!

Una colonna sonora dei record

A chiunque abbia avuto il piacere di vederla, non sarà sfuggito un elemento: in The O.C. a fare da protagonista c’è sempre la musica. Ogni momento euforico o commovente non sarebbe stato lo stesso senza una colonna sonora spaziale che mixa tra loro alcuni tra i più bei brani bandiera dell’indie dei primi anni duemila. Dai Radiohead a Jeff Buckley, dagli Smashing Pumpkins a Sufjan Stevens, dagli U2 alla cantautrice Britannica Imogen Heap passando per i Killers. Un mood studiato nei minimi particolari e che continua, a distanza di quasi vent’anni dalla sua creazione, a far battere il cuore un po’ più forte.

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