The Precinct, il GTA che ti mette nei panni di tutore della legge
Si ribaltano totalmente le prospettive con il titolo di Fallen Tree Games Limited, che mette i videogiocatori nella divisa di un poliziotto di pattuglia
Le ultime settimane hanno visto un notevole fermento animare l’ecosistema legato al mondo dei videogiochi. Soprattutto se si è nella folta schiera di fan che attendono con trepidazione GTA 6, il titolo di Rockstar Games rimandato al maggio del 2026. Parliamo quindi, quando si fa riferimento ai fan del franchise, praticamente della stragrande maggioranza dei videogiocatori. Basti solo pensare ai numeri fatti registrare dal quinto capitolo: i dati rivelati da Take Two, il publisher del gioco, dicono 215 milioni di copie vendute dal 2013 al 31 marzo del 2025.
Certo, stiamo parlando di una cifra monstre che ha goduto dei porting sulle console arrivate sul mercato nel corso degli anni – da PS3 e Xbox 360, per le quali il gioco è uscito in origine, alle due successive generazioni di casa Sony e Microsoft. Ma è pur vero che il genere dei free roaming, di cui GTA si fa fiero portabandiera, vive grazie a tante tipologie diverse di interpretazione. Da quello in salsa western di Red Dead Redemption (il secondo capitolo ha venduto oltre settanta milioni di copie) a quello in chiave fantasy degli ultimi capitoli di The Legend of Zelda. E questo giusto per fare due esempi lampanti e immediati.
Certo, è bello essere i “bad guy” della situazione (dalle nostre parti il termine che più si avvicina è “malesseri”, ndr), ma è altrettanto vero che il fascino della divisa ha il suo perché. Ed è evidentemente stato questo uno dei motori che ha animato il team di Fallen Tree Games, la squadra di sviluppatori alle spalle di “The Precinct”, videogioco che mette gli utenti nei panni di un poliziotto. Con il compito che attende i videogiocatori che sarà già piuttosto chiaro ed evidente in partenza. Ma procediamo per gradi.
LA DURA VITA DEL POLIZIOTTO DI PATTUGLIA
Quello che si trova all’interno di The Precinct è sostanzialmente l’esatto opposto dei contenuti tipici a là GTA. Qui il crimine lo si combatte, e lo si fa partendo dalle piccole contravvenzioni per salire progressivamente. I videogiocatori saranno chiamati a vestire i panni di Nick Cordell Jr., un giovane agente che si ritrova a lavorare nel distretto dov’era impiegato anche il padre, morto in servizio.
Il brivido dei polizieschi televisivi è però solo un lontano miraggio, considerando che il compito del nostro alter ego digitale è “basico”. O meglio, allineato a quello che ci si aspetta da un poliziotto di pattuglia. Quindi sì, ci possono essere i giri di ronda in cerca di infrazioni nella sosta da multare, ma i compiti possono essere sempre più importanti e ad ampio respiro, in turni che si susseguiranno, così come i giorni all’interno del ciclo temporale del gioco, senza soluzione di continuità.
Il tutto è necessario per accumulare punti esperienza, spendibili nelle canoniche fasi di potenziamento delle skill, e che dona all’esperienza ludica quel senso di progressione che gratifica. Una gioco che cresce con i videogiocatori, ampliandosi progressivamente e ampliando di conseguenza il ventaglio di opportunità ludiche offerte. Le decisioni – giuste o sbagliate che siano – influiscono sulla nostra “crescita”, quindi è essenziale ponderare bene le proprie mosse. Gestendo equilibratamente i “poteri conferiti” ed evitando quindi di sfociare in pericolosi “abusi di potere”.

IL FASCINO D’ALTRI TEMPI
Ovviamente in un gioco come The Precinct la differenza la fanno i contenuti. E questo tanto sotto il profilo del gameplay quanto sotto quello estetico. Possiamo dire tranquillamente che le ambientazioni che fanno mostra di sé nel titolo di Fallen Tree Games offrono scorci interessanti e suggestivi, in linea con quello che ci si aspetterebbe da una produzione di questa tipologia. Averno City – questo il nome della città in cui ci muoveremo – è in quadrata con una visuale isometrica in 2.5D che ricorda un po’ i tempi d’oro di Grand Theft Auto (sì, sempre quel GTA, ndr), quelli dei primi due capitoli, quelli che hanno scritto i primi e importanti capitoli della storia. Un titolo che non cerca il fotorealismo nella grafica, ma che mostra tanta personalità nelle scelte estetiche adottate dagli sviluppatori, che abbracciano lo spirito degli anni '80.
Non manca poi una linea narrativa che fornisce il giusto collante a tenere insieme il gioco. Probabilmente avrebbe gratificato già i videogiocatori soltanto attraverso gli elementi citati in precedenza, ma perché privarsene? Una storia che, attraverso una narrazione in stile visual novel, si focalizza su una guerra tra gang che semina scompiglio in città e fornisce ai giocatori motivazioni per dare il meglio di sé nel corso dei propri turni di pattuglia. Forse uno degli elementi meno convincenti è quello relativo agli scontri a fuoco, per quanto le regole vogliano che non sia mai il poliziotto a fare fuoco per primo.
Un prodotto videoludico che quindi va a inserirsi in un preciso genere di riferimento, portando un’interpretazione e percorrendo una strada solitamente meno battuta. E probabilmente proprio per questo finisce per essere particolarmente stuzzicante. Certo, non mancano imperfezioni – soprattutto relativamente alla gestione dell’intelligenza artificiale che gestisce i personaggi non giocanti, che qualche volta non tiene fede al proprio nome – ma nel complesso il pacchetto risulta essere sicuramente più che godibile, oltre che ben curato.