La narrativa, in ogni sua forma, ha un grandissimo potere. Quello di raccontare storie che possano attingere tanto alla fantasia degli autori e delle autrici quanto a loro esperienze pregresse – siano in forma di autobiografia o in forma di romanzo “tratto da una storia vera”.
Ed è un discorso valido sia per il mondo dei libri che per quello dei fumetti, con i graphic novel che, nella fattispecie, stanno dando tante sfumature inedite a un medium che, nel passato, magari era identificato come lettura di svago per i più giovani.
Un esempio lampante arriva da “Tutte le volte che sono diventato grande” di Giulio Macaione, edito da Bao Publishing. E proprio su questo graphic novel ci concentriamo quest’oggi, con lo stesso autore che ci aiuta a scoprirne di più sui retroscena della lavorazione.
TUTTE LE VOLTE CHE SONO DIVENTATO GRANDE, UNA STORIA DI CRESCITA E PRESA DI COSCIENZA
Ciao Giulio, partirei lasciandoti la parola per le presentazioni. Cosa troviamo in "Tutte le volte che sono diventato grande"?
“Ciao Dario. “Tutte le volte che sono diventato grande”, il mio nuovo romanzo a fumetti, è una storia di crescita e presa di coscienza. Affronta svariati argomenti tra i quali il coming out, la religione e il peso dell’educazione religiosa, la malattia mentale, l’amore per i fumetti, l’elaborazione delle proprie paure. Il tutto è ambientato negli anni ‘90 e condito con riferimenti alla cultura pop dell’epoca.”
Quella di questo Graphic Novel è una storia autobiografica che però si muove anche nell'ambito della finzione narrativa. Come mai questa scelta di mixare?
“Ho scelto di affidarmi all’autofiction per raccontare esperienze molto personali in quanto mettere un protagonista di fantasia tra me ed i fatti mi ha consentito di sentirmi più disinvolto, “spudorato” nel raccontare cose anche molto intime. Se avessi fatto una storia dichiaratamente autobiografica sarei finito con l’edulcorare alcune cose, specie quelle che coinvolgono altre persone. In questo modo, invece, mi sono potuto muovere in libertà, mischiando fatti reali ed eventi e personaggi di fiction, affidandomi spesso a figure simboliche raccontando però qualcosa di intimamente molto autentico.”
C'è un momento della storia a cui sei particolarmente legato?
“Ci sono diversi momenti ai quali sono legato. È un libro che è stato prima molto doloroso da affrontare ma che poi mi ha curato e alcune sequenze mi hanno proprio portato a rivivere degli avvenimenti del mio passato. Ad alcune vignette sono affezionato perché mi hanno aiutato ad elaborare questi avvenimenti, altre mi hanno divertito molto. Ne cito due tra tutte: una è la sequenza nella quale Lucio entra nella camera dei genitori e non ha più il terreno sotto ai piedi; l’altra è quella nella quale la professoressa critica i suoi disegni e lui reagisce in maniera super drammatica (con una citazione dei manga di Riyoko “Lady Oscar” Ikeda che mi sono divertito un sacco a disegnare).”