21 settembre 2021, ore 16:00 , agg. alle 16:19

Il tema dei viaggi nel tempo è sempre stato fonte d'ispirazione in ambito artistico e letterario. Dalle produzioni editoriali cartacee fino a quelle cinematografiche, passando per le serie tv (avete visto Dark su Netflix? Come no?? Correte a rimediare!), tutti hanno avuto modo di dire, a modo loro, la propria sull'argomento. E chiaramente anche i videogiochi non si sono defilati quando sono stati chiamati in causa, con diversi team di sviluppo che si sono confrontati con i viaggi nel tempo. Basti pensare, citando un classico che ha caratterizzato la fine degli anni '90, a Bugs Bunny Lost in Time o, ancora, a TimeSplitters, altro grande classico del genere degli sparatutto in prima persona.

Due esempi di come i primi esperimenti nel mondo dei videogiochi a maggiorato numero di bit (quelli in tre dimensioni, per capirci) abbiano cominciato a esplorare l'argomento. Con l'evoluzione del media videoludico che ha poi visto anche variazioni sul tema. Si pensi al flashback implementato nella serie F1, che permette di tornare sui propri passi per rimediare a un errore. Ebbene, anche quello è un viaggio nel tempo, in fin dei conti, per quanto piccolo sia. Ma non manca chi si è voluto concentrare ancor di più sull'argomento.

Il loop che non ti aspetti, o forse sì

In questo caso, il nome da tirare in ballo è quello di Arkane Studios, studio responsabile, tra le altre cose, della serie Dishonored. Protagonista dei viaggi nel tempo è nella fattispecie Deathloop, nuova produzione atterrata sul mercato proprio negli ultimi giorni, e particolarmente attesa dai videogiocatori, complici le premesse narrative alla base dell'esperienza ludica. Nel gioco gli utenti vestiranno i panni di Colt, un uomo con un una missione e una maledizione al tempo stesso. La prima consiste nel doversi sbarazzare dei Visionari, otto bersagli chiave particolarmente ostici da battere. La seconda è l'essere incastrato in un loop temporale nel quale il fallimento della missione consiste nella condanna a ripartire da zero, in un ciclo continuo. Un loop, per l'appunto. Nel mezzo vi è invece la possibilità di sbloccare abilità uniche, con i giocatori che avranno l'onere di scegliere quali conservare - per poter avere quel minimo vantaggio nel tentativo successivo - e quali sacrificare, vista l'impossibilità di tutelare tutto l'inventario. Il discorso è poi analogo per le armi: non si può dire che di scelte da fare non ce ne siano.




Una dinamica a là “Source Code”, film del 2011 con Jake Gyllenhaal, che in Deathloop è capace di tenere incollati allo schermo. Questo grazie a una narrazione frammentata che regala nuovi dettagli in parallelo a una progressione non lineare. Una continua scoperta che saprà mantenere sempre alto l'hype.

E questo è soltanto uno degli esponenti del genere dedicato ai viaggi nel tempo. Tralasciando poi (volutamente) il capitolo dedicato ai videogiochi storici: quelli necessiterebbero di un'enciclopedia a parte. Un microcosmo tutto da scoprire, capace di sorprendere per quantità e qualità, e in costante aggiornamento. D'altronde, si sa, il mondo dei videogiochi non dorme mai.