28 dicembre 2020, ore 19:59 , agg. alle 20:40

Amadeus ospite di Radio Zeta per raccontare il Festival di Sanremo 2021

Amadeus oggi è stato ospite nei nostri studi durante il programma Generazione Zeta condotto da Camilla Ghini e Nicole Iannacone. Sul led wall alle loro spalle, un mega collegamento Zoom con tutti gli speaker di Radio Zeta. Due ore in cui il direttore artistico del prossimo Festival di Sanremo ci ha raccontato alcune curiosità sulla prossima edizione che vede la partecipazione dei cantanti più amati dalla generazione Zeta. Qui il cast.


La musica di Radio Zeta a Sanremo

“Sono un grande ascoltatore di Radio Zeta. Molti artisti che saliranno sul palco di Sanremo 2021 li ho conosciuti anche grazie a voi.” Comincia così la sua chiacchierata Amadeus che prima di svelarci qualcosa in più rispetto alla prossima edizione, fa un piccolo passo indietro raccontandoci un aneddoto sulla vittoria di Diodato al Festival di Sanremo 2020:

“È un ragazzo fortissimo e non ha più sbagliato un singolo. La sua era una canzone che mi ha colpito sin da subito. Io gli dissi “allarga le braccia quando sali sul palco e vinci Sanremo”. E lo fece. Ma avrebbe sicuramente vinto anche se non lo avesse fatto.”


Ci sarà il pubblico a Sanremo?

Si è molto parlato negli ultimi tempi della presenza o meno del pubblico al Festival di Sanremo 2021. Amadeus è voluto tornare sull’argomento e ha chiarito: ”Senza pubblico il Festival non si può fare, altrimenti non è una rinascita. Quindi va fatto con il pubblico, bisogna organizzarsi bene, che sia un pubblico controllato con tamponi quotidiani e daremo vita ad un Sanremo ancora più importante come segno di rinascita e di cambiamento.”

Amadeus ha anche confermato la notizia della nave da Crociera per ospitare il pubblico di Sanremo che sta circolando sul web negli ultimi giorni: "E' una cosa che stiamo assolutamente tendendo in considerazione."


L’intervista ad Amadeus


La scelta della lineup di artisti di quest'anno è in qualche modo anche dettata dall'abbassamento dell'età media degli spettatori?

“Per tanti anni le critiche sono state sul target troppo alto e sul fatto che i giovani si allontanassero da Sanremo. Ma lo facevano perché non veniva offerto loro niente che potesse piacergli. L’anno scorso con il cast che abbiamo presentato siamo arrivati al 60% di giovani.”


Sono 26 cantanti in gara e più della metà hanno come ascoltatori di riferimento la Generazione Zeta. Non ti preoccupa l’idea che il pubblico adulto di Sanremo potrebbe storcere un po’ il naso?

“No, non mi preoccupa. Quando ascolto le canzoni pensando al Festival penso a canzoni che abbiano un successo pop, che per me vuol dire popolare, quindi un complimento. Il successo di un Festival è in base a quanto il giorno dopo venga trasmesso in radio. L’anno scorso a giugno e luglio c’erano ancora dieci canzoni in rotazione, motivo di orgoglio per me. Credo che anche il pubblico più adulto sia curioso di ascoltare cose forti. “


Nel momento in cui devi scegliere i tuoi concorrenti per comporre un cast, tieni conto anche delle dinamiche televisive o scegli semplicemente in base alle canzoni che ti colpiscono?

“In base ai pezzi che mi colpiscono. Tra questi anche quello della Berti, il brano più sanremese che ci sia. Quando l’ho scelta anche lei era incredula. Scelgo solo le canzoni e le separo dallo show che ci sarà poi intorno ad esse.”


L'anno scorso abbiamo apprezzato il ritmo molto radiofonico che hai dato al Festival. Quanto la tua esperienza da conduttore radiofonico ti ha influenzato nel dirigere Sanremo?

“Tantissimo. Io dico sempre che sono il primo che si annoia. I tempi morti non mi piacciono, mi piace dare un ritmo alle cose che faccio e poi avendo tanta roba se non avessi un ritmo radiofonico finiremmo alle quattro del mattino. Per me la radio è stata una palestra fondamentale per la televisione.”


Nella scorsa edizione del Festival di Sanremo ci sono stati molti ospiti, tra cui cantanti, personaggi dal mondo dello sport e dello spettacolo. Anche l'edizione di quest'anno prevederà molti ospiti?"

“La parte dello spettacolo e dello show andremo a definirla da gennaio in poi. Gli ospiti ci saranno sicuramente ma avendo 26 canzoni in gara avremo qualche ospite in meno per rientrare nei tempi. Ma ci sarà sempre un grande show attorno alla musica in gara.”


Nel prossimo Festival ci saranno autori e cantautori esplosi via web e che il Festival attesta già come grandi. Cosa vuol dire quindi, che lo stile della canzone italiana è cambiato definitivamente?

“Si è tornati a scrivere e anche molto bene. Io l’ho notato sia con i big in gara che con Sanremo giovani. Sono quasi tutti ragazzi che si scrivono canzoni e questo è un valore aggiunto. Si torna un po’ al cantautorato che c’era ai miei tempi. Ed è molto bello questo.”.


Poiché il festival passa sempre più da radio e social, state lavorando a qualcosa in questo senso? Il pubblico di tanti artisti lanciati da noi li segue molto sui social e magari meno in televisione, quindi come fare?

“C’è tutto un gruppo di lavoro da questo punto di vista perche è logico allargare il più possibile. Già l’anno scorso ne L’AltroFestival andavamo intorno alle 2 di notte sul web, e non era mai stato fatto questo. Esiste un altro mondo e va allargato alla musica. Io devo entrare nella casa degli italiani nella maniera tradizionale ma la tradizione deve unirsi all’innovazione.”


Amadeus oggi cosa direbbe all’Amadeus degli esordi e quindi, a tutti quei giovani che oggi, tra tante difficoltà e competizione, cercano un loro spazio ed un ruolo ben definito in questo panorama?

“Guardando a quello che ho fatto direi “Wow, chi l’avrebbe mai detto”. Perché è ovviamente un sogno arrivare a Sanremo. Ai ragazzi dico continuate ad insistere, non arrendetevi anche se dovessero chiudervi le porte in faccia.”


La scelta artistica è stata dettata dall’idea di Festival che hai tu, oppure la qualità dei pezzi presentata era così tanta e varia che hai preferito portare qualche nome in più piuttosto che lasciarli a casa?

“Ho ricevuto tantissimi brani, ne sono arrivati 300 ed è stato difficile sceglierli. In un primo momento non riuscivo a scendere sotto i 30. Alla fine ho optato per 26 canzoni ma almeno 10,15 forti sono rimaste fuori.”


Fino a qualche anno fa la quarta serata era sempre dedicata alla finale dei giovani. Questa formula è venuta meno con gli anni ma credi sarebbe possibile oggi reintrodurre uno spazio esclusivo per i giovani o il rischio sarebbe troppo grande?

“Probabilmente il rischio sarebbe troppo alto. I giovani già da qualche anno aprono il Festival. Credo che partire con loro sia il modo per far capire quanto il Festival punti ai giovani. Anche quest’anno apriranno gli 8 giovani il Festival.”


C’è tanta varietà tra gli artisti che vedremo a Sanremo, da un lato quelli che appartengono alla Generazione Futuro e dall’altro delle colonne portanti della Musica Italiana. Credi che possa essere possibile un connubio tra loro per creare qualcosa di ancora più innovativo?

“Assolutamente sì. Io poi questi artisti non amo definirli “nuovi”. Sono nuovi per il pubblico di Rai 1 ma lo saranno soltanto finché non finiranno di cantare la prima canzone.”


Hai avuto più emozione nel condurre il tuo primo Sanremo o stai vivendo più con “ansia” quest’anno per paura di un confronto con il grande successo dell’anno scorso?

“Occupandoti di tutti gli aspetti del Festival non hai tempo di pensare all’ansia. Io poi sono talmente felice di fare quello che faccio che non la vivo con ansia ma con divertimento. E’ musica, è show, lo faccio con gioia. Non avevo ansia l’anno scorso per il mio primo Sanremo e non ce l’ho quest’anno.”


Hai definito il Festival 2021 come il Festival della rinascita. Dato che sul palco quest'anno ci saranno artisti giovanissimi vuol dire che finito questo periodaccio la rinascita ripartirà dai giovani?

“Sì, e credo che sia fondamentale questo. Quando si vuole ripartire bisogna farlo dalla forza dei giovani e chi come me non ha più vent’anni deve attingere dai giovani l’energia e cercare di stare al passo con i tempi. La cosa peggiore è non aprirsi ai giovani.”


Madame è la più giovane in gara e con "Voce" racconterà, sul palco dell'Ariston, la fluidità di genere che è il bello della generazione Zeta: uomo, donna o fluido, chiunque può essere ciò che vuole. Come pensi che il pubblico accoglierà questo testo che tende un po' ad abbattere quello che da molti è ancora considerato un tabù?

“Non saprei. Durante una chiacchiera con degli amici, mi sono reso conto che nelle canzoni degli anni ‘60/’70 c’era una libertà nei testi pazzeschi. Si è tornati ad una libertà completa nella musica. Non so come reagirà il pubblico ma certamente sono canzoni ben scritte e facili da apprezzare.”


Molti cantanti della generazione Zeta, penso a Madame a Fulminacci e a Gaia, sono diventati famosi per aver creato delle sonorità contemporanee, ma tu credi che ci sia anche un po' di tradizione in loro?

“In parte potrebbe esserci, loro sono figli della mia generazione quindi quando tu cresci ascoltando De Andrè, Dalla e De Gregori, assorbi qualcosa da questi grandi nomi che in qualche modo riporti nella tua musica con una tua personalità.”


Che considerazione hai della realtà dei talent ai giorni d’oggi e quanto il fatto che una canzone venga da un artista di un talent influisce nella scelta di una canzone?

“Io non penso alla quota talent. Sono importanti ovviamente, molti artisti di quest’anno sono passati da lì. Io li guardo e li seguo per capire cosa c’è di nuovo ma non c’è una quota talent pensata.”


Alla luce delle tue scelte e di tutto ciò che abbiamo detto sin qui, come vedi evolvere il panorama musicale italiano nei prossimi 5 anni?

“Io credo che il panorama musicale italiano si stia allargano nei generi. Il fatto di portare rap o l’indie era impensabile qualche tempo fa. Io credo che da qui a 5 anni il panorama musicale italiano si allagherà tantissimo perche c’è tanta roba forte e molti di questi cantanti in gara verranno molto apprezzati.”


Giuria Demoscopica, Stampa e pubblico come accoglieranno questa ventata di novità musicale portata dagli interpreti della generazione Z? Ci saranno giovani a “giudicare” i giovani?

“Quest’anno ci saranno proprio delle serate dedicate ad ognuna: alla Demoscopica, che è formata da circa 300 persone che vanno per età, regioni e che rappresentano il panorama nazionale; all’orchestra, che si dedicherà alle canzoni d’autore; il venerdì interamente dedicato alla sala stampa e il sabato interamente al televoto.”


Come si esce da una situazione difficile come quella in cui ti sei trovato tu qualche settimana scorsa con stile ed eleganza? In questo i social rappresentano un pericolo o un'opportunità?

“In genere vado avanti per la mia strada. Penso che nel momento in cui la tua scelta la fai con onestà e non fai favori ad amici o case discografiche ma scegli le canzoni semplicemente perchè ti piacciono, non devi temere mai nulla. Io vado avanti per la mia strada.”


Vista l’età dei concorrenti in gara quest’anno e del loro pubblico, che valore avrà quanto verrà detto e pubblicato sui social durante le serate del festival?

“Nel momento in cui hai un cast così devi ovviamente avere un apertura totale. Oggi le notizie escono in tempo reale e questa è una forza del web e dei social e deve essere anche questo nel prossimo Festival.”


Pensi che in questa edizione del Festival il linguaggio e le sonorità che verranno proposte da artisti giovani rappresentanti se vogliamo della Generazione Z sapranno stupire anche il pubblico adulto ed essere le sorprese della kermesse canora più importante d'Italia?

“Penso proprio di si, perché lo ha già dimostrato con i numeri dell’anno scorso. C’è una grande curiosità da parte del pubblico e avverrà anche quest’anno. Ci sono canzoni e cantanti che il pubblico scoprirà con grande piacere.”


Nonostante al giorno d'oggi vi siano infiniti modi per fruire della musica, la radio è sempre il mezzo migliore per far conoscere nuovi artisti al grande pubblico. Sei d'accordo?

“Se una canzone passa alla radio, per me che sono cresciuto e nato con la radio, vuol dire che è un successo. Per radio intendo anche il web, le piattaforme, tutto ciò che ci è utile per ascoltare la musica.”


Giochiamo ad “Amaloslang”

Come i nostri ascoltatori sanno, con ogni nostro ospite Diego Zappone e Simone Palmieri amano fare sempre un gioco divertente e su misura. Non è riuscito a sviarsela neanche Amadeus, anzi, è stato davvero bravo!


Come aprirebbe Amadeus la 71esima edizione di Sanremo inserendo nella presentazione le parole “bomber, defolloware e brò”?

“Benvenuti amici al Festival di Sanremo 2021. Siamo qui pronti per essere fortissimi come dei bomber. Non vi preoccupate di defolloware e comunque brò segui la serata perche non te ne pentirai”


Come annuncerebbe Amadeus “Quando ti sei innamorato” di Orietta Berti utilizzando le parole “spacca, top, big up”?

“La canzone di Orietta spacca, è una canzone top per chi è veramente innamorato da tanti anni. Ascoltate questa canzone e poi direte "wow, big up!”


L’augurio di Amadeus ai concorrenti di Sanremo 2021

“Voglio fare un augurio a tutti i concorrenti del prossimo Festival di Sanremo con un messaggio che mi è arrivato da Marino Bartoletti, che mi scrive “Se qualcuno ti dirà ma questo chi è? intendendo i giovani che saliranno sul palco, puoi rispondere che esattamente 60 anni fa la stessa domanda veniva fatta allora per quelli che erano gli esordienti sconosciuti di quelli anni, che tra altri erano: Edoardo Vianello, Adriano Celentano, Giorgio Gaber, Milva, Jimmy fontana, cioè buona parte della storia che portò la musica leggera italiana alla fine del secolo." Io auguro ai nuovi concorrenti di essere i nuovi Gaber, Bindi, Celentano, eccetera.”


Ama lo slang: il game per Amadeus