11 aprile 2022, ore 12:30

“Il calcio italiano deve ripartire dai giovani” si dice. Eppure non tutte le squadre del nostro campionato puntano tanto sui talenti. Non tutte lo fanno con la stessa attenzione (e lo stesso successo, nei risultati) dell’Atalanta.

L’ultimo prodotto del vivaio atalantino a essere esploso, in ordine di tempo, è Giorgio Scalvini.

Chi è Giorgio Scalvini

Classe 2003, Scalvini rappresenta il prototipo del difensore moderno. Nasce come centrale, con una buona capacità di impostazione che lo rende una risorsa importante per l’allenatore, una via di gioco ulteriore per costruire partendo dalle retrovie.

Un Bonucci in erba, in sostanza, a suo agio nella difesa a 3 come nella linea a 4, bravo nella marcatura a uomo e di tanto in tanto pericoloso anche in zona gol, dall’alto del suo metro e 94 di altezza.

Insomma, qualche dote per far parlare di sé ce l’ha.


Il vivaio dell’Atalanta

Il settore giovanile della ‘Dea’ è da sempre tra i più prolifici per quanto riguarda i talenti sfornati. Da bandiere senza tempo, come Gaetano Scirea, a giocatori che hanno colorato la storia recente della Serie A e della Nazionale, come Giampaolo Pazzini e Riccardo Montolivo.

Ci sono anche Franck Kessié, che tanto sta facendo parlare di sé in ottica mercato, e Dejan Kulusevski. Entrambi sono la dimostrazione come gli scout atalantini sappiano anche pescare in giro per l’Europa e nel mondo .

Nell’elenco non vanno dimenticati i vari Zaza, Bonaventura, Conti. Giocatori che hanno segnato e segnano tutt’oggi il nostro calcio. 

Dicono (e cantano) di Scalvini

Di Scalvini parlano bene in molti – e come potrebbe essere il contrario, viene da pensare. Ligio nell’atteggiamento, apprezzabile tecnicamente e tatticamente. Anche l’allenatore del Lipsia, Domenico Tedesco, è rimasto impressionato dalle doti del giovane di Gasperini, che non si è fatto molti problemi nel lanciarlo in campo in un quarto di finale di Europa League nel momento clou. La fiducia la ottieni se trasmetti sicurezza, ma soprattutto se te la meriti.


Qualcuno che ha conosciuto Giorgio da avversario è Riccardo Fabbriconi, conosciuto come Blanco. Il vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo giocava prima della pandemia nel settore giovanile della Feralpi Salò, dove affrontava spesso l’Atalanta di Scalvini: “Erano fortissimi, lui tra i migliori”. Da avversari a fan l’uno dell’altro.

Essere giovani toglie pressioni ma allo stesso tempo dà responsabilità. Su Giorgio Scalvini le aspettative sono molte, dell’Atalanta e di tutto il calcio italiano (dopo il Mondiale mancato). Ai posteri e soprattutto al campo la sentenza.