16 novembre 2020, ore 13:07 , agg. alle 16:42

"School for Future": gli studenti di tutta Italia chiedono di ritornare a scuola

Si chiama "Schools for Future" il nuovo movimento nato dalla costola del "Friday for Future", ideato per “ridare” la scuola agli studenti. 

Non occorrono slogan o flash mob per “Schools for Future”, ma basta solo armarsi di computer, cuffie e wifi e posizionarsi fuori la propria scuola per seguire le lezioni a distanza. L'obiettivo? Riportare la scuola al centro delle priorità dei Paesi e dell'Italia per tornare a fare lezione in presenza.

Torino 

Tutto è cominciato lo scorso venerdì, quando studenti di tutta Italia hanno scelto di seguire Anita, la dodicenne torinese che da giorni seguiva le lezioni online seduta sui gradini della sua scuola, la Italo Calvino di Torino. La studentessa è, ormai, diventata simbolo di una generazione che non vuole rinunciare alla scuola. Nasce così “Schools for Future”. Anita ha fatto così tanto parlare di sé che anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha deciso di chiamarla: “Il tuo gesto è ammirevole, è bello vedere che ci sono ragazzi che credono nelle proprie idee e che le portano avanti”, ha detto la ministra. Anita, è stata paragonata a Greta Thunberg, perché divenuta volto di un nuovo movimento tra i giovani. Ma la dodicenne ha risposto: «Io non voglio essere famosa, voglio solo tornare a scuola».

Firenze 

Venerdì scorso, anche all’esterno del Liceo Galilei di Firenze, qualche studente si è radunato per appoggiare Anita. I ragazzi hanno seguito regolarmente le lezioni come se fossero a casa rendendo simbolico il loro gesto. Tra i tanti studenti presenti, anche Pietro, 18 anni e Simone di 17: "Noi riteniamo che non si possa fare lezione a distanza a lungo: si può apprendere qualcosa ma l'istruzione è un confronto collettivo, seguire in classe è tutt'altra cosa. Per noi la didattica a distanza può essere un modo di stare fermi quando la didattica frontale è infattibile ma vogliamo garanzie che il prima possibile rientreremo in presenza, vogliamo tornare a fare scuola come è sempre stata pensata, la forza della scuola è la presenza".

Roma

Anche a Roma, davanti al Colosseo, gli studenti del liceo Cavour di via delle Carine, hanno fatto lezione davanti alla loro scuola con telefonini, cuffie e mascherina.

“Non è possibile che, a differenza di tutti gli altri Paesi, in Italia siamo sempre i primi a chiudere” hanno detto alcuni di loro.

Giuseppe, Leone e altri ragazzi si sono ritrovati lì anche sabato mattina: «Nelle scorse settimane, è sorta l’esigenza di farci sentire in merito a quello che ci sta succedendo. La situazione ci mostra come la didattica a distanza, che doveva essere una soluzione provvisoria, sia stata adottata in via permanente ».

I ragazzi hanno chiesto di spostare l’attenzione sulla scuola e di investire sui giovani e, di conseguenza, sul futuro.

“Bisognava lavorare per un ritorno a scuola sicuro subito dopo l’esperienza del primo lockdown, ma in Italia, anche questa volta, l’istruzione è all’ultimo posto nella lista delle preoccupazioni".

Milano

A Milano, sono stati diversi alunni dei licei Carducci e Volta che, armati di thermos e coperte, hanno seguito il movimento “School for Future” dandosi appuntamento davanti a palazzo Lombardia per seguire in piazza le lezioni a distanza.

"Preferiamo venire qui piuttosto che stare a casa. Oggi uscendo di casa e salutando mia madre per qualche secondo ho vissuto la normalità", racconta uno dei circa venti studenti che, nonostante il freddo, hanno preso appunti e ascoltato i professori in rigoroso silenzio all’aperto per tutta la mattinata.

L’iniziativa, è stata seguita anche da due ragazzi della scuola media di via Quarenghi, zona Bonola: "Siamo qui per sollecitare una effettiva riapertura in sicurezza. Andava gestita meglio la seconda ondata e lo si poteva fare. Chiediamo test rapidi, tracciamenti, trasporti potenziati, un medico in ogni scuola e la sistemazione del precariato”.

Bologna

Anche Bologna ha aderito all'iniziativa di "School for future". All’esterno delle tre sedi del liceo classico Minghetti, infatti, alcuni studenti hanno fatto didattica a distanza. Bello il gesto dei prof che li hanno invitati ad entrare per un caffè caldo. Ma gli studenti hanno risposto con un: "no, grazie, la nostra protesta deve essere visibile". Hanno poi aggiunto: "Capiamo la gravità della situazione, ma a scuola le misure di sicurezza c'erano, ci sono situazioni più a rischio. Noi rivogliamo la nostra scuola.”


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